Per
comprendere il livello tecnico delle performance live dei King Crimson senza
ascoltare un loro disco, non servono poi molte parole. Basterebbe la frase di
un certo Jimi Hendrix, che dopo aver assistito a un concerto di Robert Fripp &
co., entusiasta, grida : “ Siete la miglior band del mondo !! “. Ora, a
prescindere da ogni altra valutazione che inevitabilmente ha a che fare coi
gusti di ciascuno, è indiscutibile che Fripp, autentico genio della sei corde,
si sia attorniato sempre di grandissimi musicisti. Se la formazione degli inizi
era da urlo (Greg Lake, basso e voce, Michael Giles, batteria, Ian Mc Donald,
fiati e tastiere, Pete Sinfield, testi), la line up del gruppo che suona in USA
è forse addirittura superiore. Dietro le pelli, infatti, si siede un tal Bill
Bruford, ex Yes e probabilmente il miglior batterista rock del momento, al
basso e alla voce c’è l’ex Family John Wetton che quattro anni più tardi andrà
a formare gli UK, mentre al violino, novità assoluta, c’è David Cross. Ripulito,
rimasterizzato, remixato, in questa edizione presente anche in versione Stereo
2.0, il live di USA (1975) fotografa una band in stato di grazia che si cimenta
con un repertorio tratto prevalentemente dai tre album in studio che lo
precedono. Sto parlando di Lark’s Tongues In Aspic (1973), che insieme a In The
Court Of Crimson King rappresenta il vertice della creatività frippiana, e degli
ottimi Starless & Bible Black (1974) e Red (1974), tutte autentiche pietre
miliari nella storia del prog inglese. In scaletta, quindi è possibile
ascoltare, oltre a un paio di improvvisazioni, veri gioielli quali Easy Money,
Lament, Exiles, Starless, l’immensa Lark’s Tongues In Aspic (Part II), i cui
riff geometrici anticipano di anni il post hardcore, e ovviamente, la conclusiva aggressione
visionaria di 21st Century Schizoid Man, biglietto da visita di un’intera, superlativa
carriera. Inutile dire che la rimasterizzazione e soprattutto il nuovo
missaggio restituiscono brillantezza ai suoni ed esaltano le capacità tecniche
di musicisti straordinari (Bruford non tiene un tempo pari nemmeno a sparagli),
rendendo giustizia finalmente anche a David Cross, che l’esuberanza dei
compagni di viaggio, nella versione originale del disco, aveva relegato in un
angolo. Una curiosità : in fondo alle note di copertina compare, in piccolo, la
scritta R.I.P, Requiescant In Pace. Con questo album infatti Fripp chiude la
prima parte di vita dei King Crimson, per dedicarsi a prestigiose
collaborazioni (Heroes di Bowie, Fripp & Eno). La band tornerà più vitale
che mai nel 1981 con un altro capolavoro, Discipline, e con una formazione di
extraterrestri (Bill Bruford alla batteria, Tony Levin al basso e, soprattutto,
Adrian Belew alla chitarra). Ma questa è un’altra storia.
VOTO
: 8
Blackswan, sabato 02/11/2013
3 commenti:
Son stata a sentire Levin - uno di quelli a cui devo il mio basso - con gli Stick Men Trio, insieme a quei mostri di talento di Pat Mastelotto e Marcus Reuter, al Borderline a Pisa. Che esperienza favolosa. Anche perché hanno riproposto diversi pezzi del "Re Cremisi".
Musicisti a tutto tondo.
Eh, questi sono grandi. Freep genio visionario e innovatore, uno dei miei preferiti. A Young Person's guide to King Crimson, album doppio che raccoglie il meglio fino al 1976.
cio black ben ritrovato...ho aggiornato i feed e fatto un pò del solito casino per recuperare i blog preferiti.
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