mercoledì 12 marzo 2014

LA FORESTA – JOE R. LANSDALE





Dopo aver perso entrambi i genitori durante un'epidemia di vaiolo, Jack Parker ha deciso di lasciare il Texas per trasferirsi in Kansas. Ma sulla strada incrocia una banda di fuorilegge che gli uccidono il nonno e rapiscono Lula, la sua sorella minore. Jack si mette allora sulle loro tracce, accompagnato da una squadra di cacciatori di taglie che più insolita non potrebbe essere: un nano colto e melanconico, dalla mira infallibile; un nero gigantesco, che si guadagna da vivere scavando fosse; una giovane prostituta dalla lingua lunga e il cuore d'oro; uno sceriffo con la faccia e il corpo coperti di cicatrici. "La Foresta" è un viaggio in un'America del primo Novecento che somiglia molto a quella di oggi...

E’ indubitabile che molti libri di Lansdale, uno tra gli autori americani più amati dal pubblico italiano, si sviluppino sul medesimo canovaccio. Il giovane Jack Parker, protagonista del libro e voce narrante, si trova suo malgrado ad affrontare le asprezze della vita: la morte dei genitori e quella del nonno, la violenza degli uomini e la banalità del male, il sesso e poi l’amore per una prostituta, il sottile confine che separa il bene dal male e la verità dalla menzogna. La Foresta, come già per altre opere dello scrittore texano (La Sottile Linea Scura, Acqua Buia), si presenta quindi come un romanzo di formazione, tratteggiando quel percorso di maturazione attraverso il quale il protagonista del libro cresce, diventa uomo e giunge a misurarsi e a comprendere il mondo. Questo percorso di crescita, avviene, attraverso un viaggio, altro tema ricorrente in Lansdale, che nello specifico vede come protagonista un’improbabile armata Brancaleone, che dovrà misurarsi con una banda di feroci assassini per cercare di salvare la sorellina di Jack, Lula. Ritornano poi anche le influenze horror, che ne La Foresta servono a tratteggiare le figure di un gruppo di banditi senza scrupoli (in tal senso il personaggio quasi mitologico di Cut Throat Bill è molto esplicito), la passione per il cinema western e le consuete fonti di ispirazione radicate nel grande romanzo americano di fine ottocento (Mark Twain e il suo Huckleberry Finn su tutti). La Foresta è quindi un romanzo che abbiamo già letto altre volte, in cui gli intrecci e gli sviluppi della trama, almeno per gli appassionati di Lansdale, appariranno fin troppo scontati. Eppure, nonostante molte similitudini con opere precedenti, La Foresta si legge d’un fiato, anzi si divora, perché è avvincente, divertente, emozionante e ricco di colpi di scena. La grandezza di Lansdale, infatti, risiede nella sua incredibile capacità di ritmare una prosa semplice e colorita ma al contempo di spessore e contenuti, e di creare personaggi così ben tratteggiati e vividi da rimanere impressi nell’immaginazione per parecchio tempo ben oltre la fine del libro. Lansdale possiede un dono che non tutti hanno: qualunque cosa scriva, riporta il lettore all’adolescenza, agli anni magici in cui la lettura era fascinazione e continua scoperta quotidiana. Di tutto ciò lo ringrazieremo in eterno.

Blackswan, mercoledì 11/03/2014

12 commenti:

James Ford ha detto...

Sto finendo la lettura fiume di Skagboys, poi mi butterò in questo.
Ho già voglia di provare di nuovo quella sensazione che ben descrivi!

Nico ha detto...

Ancora non ho letto nulla di Lansdale ahimè, prima o poi devo recuperare...

Tiz ha detto...

Bellino, si legge velocemente e con gusto, ma si dimentica un po' (troppo) in fretta, per Nico consiglierei di iniziare da altro, per apprezzare Lansdale, io che sono una fan mi leggo qualsiasi cosa e morta lì. :-)

Nico ha detto...

Grazie Tiz ;) si dovrei leggere anche In fondo alla palude, ma si sa i libri in attesa di lettura son sempre tantissimi :)

La firma cangiante ha detto...

Io mi sono fermato alla prima avventura di Hap e Leonard e alle Notti del Drive-In 1 e 2. Sono combattuto, prima o poi leggerò altro, ma davvero Lansdale merita questa specie di aurea di culto che lo ammanta? Black, che mi dici, attendo il tuo parere :)

Blackswan ha detto...

@ james ford : per noi, veri amanti di "americana", questo libro è imprescindibile :)

@ Nico: a me piacciono tutti, dal primo all'ultimo. Io ti suggerirei La Sottile Linea Scura, un libro che mi è entrato nel cuore.

@ Tiz: I libri di Lansdale sono tutti belli. Questo l'ho terminato da circa tre giorni ma non smetto di pensarci.Vedremo sul lungo :)

Blackswan ha detto...

@ Firma: Non so dirti se sia un culto o meno. A me diverte da morire, mi riporta alle grandi (nel senso di importanti) letture dell'adolescenza,mi fa sognare a occhi aperti e mi fa tornare avventuroso. E' indubbio che esiste al mondo una letteratura superiore (cito Borges e Saramago, due miei pallini), ma io quest'uomo lo amo visceralmente insieme a tutti is uoi personaggi.:)

La firma cangiante ha detto...

Proverò dell'altro allora :)

Haldeyde ha detto...

Di Lansdale ho letto molto (tutti quelli di Hap e Leonard, pù altri) ed almeno due volte. penso che anche questo non mi deluderà. Grazie, come sempre, per la recensione.

Haldeyde ha detto...

Dimenticavo: fra i recenti (senza Hap e Leonard) consiglio "Acqua buia"

Blackswan ha detto...

@ Haldeyde: bè, se ti è piaciuto Acqua Buia, questo non ti deluderà :)

Ezzelino da Romano ha detto...

Io ne ho letto solo uno, Cielo di sabbia, e non mi è affatto dispiaciuto.
Landsdale mi sembra potersi accostare, in chiave minore, a Faulkner e ad un altro autore americano di quel genere, meno noto ma che a me piace tantissimo, che è Erskine Caldwell.
Certo che la compagnia del buon Jack sembra davvero eterogenea ed imperdibile.