Dopo aver perso entrambi i genitori
durante un'epidemia di vaiolo, Jack Parker ha deciso di lasciare il Texas per
trasferirsi in Kansas. Ma sulla strada incrocia una banda di fuorilegge che gli
uccidono il nonno e rapiscono Lula, la sua sorella minore. Jack si mette allora
sulle loro tracce, accompagnato da una squadra di cacciatori di taglie che più
insolita non potrebbe essere: un nano colto e melanconico, dalla mira
infallibile; un nero gigantesco, che si guadagna da vivere scavando fosse; una
giovane prostituta dalla lingua lunga e il cuore d'oro; uno sceriffo con la
faccia e il corpo coperti di cicatrici. "La Foresta" è un viaggio in
un'America del primo Novecento che somiglia molto a quella di oggi...
E’ indubitabile che molti
libri di Lansdale, uno tra gli autori americani più amati dal pubblico
italiano, si sviluppino sul medesimo canovaccio. Il giovane Jack Parker, protagonista
del libro e voce narrante, si trova suo malgrado ad affrontare le asprezze
della vita: la morte dei genitori e quella del nonno, la violenza degli uomini
e la banalità del male, il sesso e poi l’amore per una prostituta, il sottile
confine che separa il bene dal male e la verità dalla menzogna. La Foresta,
come già per altre opere dello scrittore texano (La Sottile Linea Scura, Acqua
Buia), si presenta quindi come un romanzo di formazione, tratteggiando quel
percorso di maturazione attraverso il quale il protagonista del libro cresce,
diventa uomo e giunge a misurarsi e a comprendere il mondo. Questo percorso di
crescita, avviene, attraverso un viaggio, altro tema ricorrente in Lansdale,
che nello specifico vede come protagonista un’improbabile armata Brancaleone, che
dovrà misurarsi con una banda di feroci assassini per cercare di salvare la sorellina
di Jack, Lula. Ritornano poi anche le influenze horror, che ne La Foresta
servono a tratteggiare le figure di un gruppo di banditi senza scrupoli (in tal
senso il personaggio quasi mitologico di Cut Throat Bill è molto esplicito), la
passione per il cinema western e le consuete fonti di ispirazione radicate nel
grande romanzo americano di fine ottocento (Mark Twain e il suo Huckleberry
Finn su tutti). La Foresta è quindi un romanzo che abbiamo già letto altre
volte, in cui gli intrecci e gli sviluppi della trama, almeno per gli
appassionati di Lansdale, appariranno fin troppo scontati. Eppure, nonostante
molte similitudini con opere precedenti, La Foresta si legge d’un fiato, anzi si
divora, perché è avvincente, divertente, emozionante e ricco di colpi di scena.
La grandezza di Lansdale, infatti, risiede nella sua incredibile capacità di ritmare
una prosa semplice e colorita ma al contempo di spessore e contenuti, e di
creare personaggi così ben tratteggiati e vividi da rimanere impressi nell’immaginazione per parecchio tempo ben oltre la fine del libro. Lansdale possiede un dono che non tutti hanno:
qualunque cosa scriva, riporta il lettore all’adolescenza, agli anni magici in
cui la lettura era fascinazione e continua scoperta quotidiana. Di tutto ciò lo
ringrazieremo in eterno.
Blackswan, mercoledì 11/03/2014
12 commenti:
Sto finendo la lettura fiume di Skagboys, poi mi butterò in questo.
Ho già voglia di provare di nuovo quella sensazione che ben descrivi!
Ancora non ho letto nulla di Lansdale ahimè, prima o poi devo recuperare...
Bellino, si legge velocemente e con gusto, ma si dimentica un po' (troppo) in fretta, per Nico consiglierei di iniziare da altro, per apprezzare Lansdale, io che sono una fan mi leggo qualsiasi cosa e morta lì. :-)
Grazie Tiz ;) si dovrei leggere anche In fondo alla palude, ma si sa i libri in attesa di lettura son sempre tantissimi :)
Io mi sono fermato alla prima avventura di Hap e Leonard e alle Notti del Drive-In 1 e 2. Sono combattuto, prima o poi leggerò altro, ma davvero Lansdale merita questa specie di aurea di culto che lo ammanta? Black, che mi dici, attendo il tuo parere :)
@ james ford : per noi, veri amanti di "americana", questo libro è imprescindibile :)
@ Nico: a me piacciono tutti, dal primo all'ultimo. Io ti suggerirei La Sottile Linea Scura, un libro che mi è entrato nel cuore.
@ Tiz: I libri di Lansdale sono tutti belli. Questo l'ho terminato da circa tre giorni ma non smetto di pensarci.Vedremo sul lungo :)
@ Firma: Non so dirti se sia un culto o meno. A me diverte da morire, mi riporta alle grandi (nel senso di importanti) letture dell'adolescenza,mi fa sognare a occhi aperti e mi fa tornare avventuroso. E' indubbio che esiste al mondo una letteratura superiore (cito Borges e Saramago, due miei pallini), ma io quest'uomo lo amo visceralmente insieme a tutti is uoi personaggi.:)
Proverò dell'altro allora :)
Di Lansdale ho letto molto (tutti quelli di Hap e Leonard, pù altri) ed almeno due volte. penso che anche questo non mi deluderà. Grazie, come sempre, per la recensione.
Dimenticavo: fra i recenti (senza Hap e Leonard) consiglio "Acqua buia"
@ Haldeyde: bè, se ti è piaciuto Acqua Buia, questo non ti deluderà :)
Io ne ho letto solo uno, Cielo di sabbia, e non mi è affatto dispiaciuto.
Landsdale mi sembra potersi accostare, in chiave minore, a Faulkner e ad un altro autore americano di quel genere, meno noto ma che a me piace tantissimo, che è Erskine Caldwell.
Certo che la compagnia del buon Jack sembra davvero eterogenea ed imperdibile.
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