I coniugi Masterson, al secolo Eleanor Whitmore e
Chris Masterson, ci avevano impressionato un paio di anni fa con l'uscita del
loro album d'esordio, Birds Fly South. Un debutto, quello, che aveva lanciato
la coppia (entrambi militanti tra le fila della band di turnisti che accompagna
in studio e dal vivo Steve Earle) in vetta alle clasifiche di fine anno del
Killer. Pop e americana a braccetto, la splendida voce della Whitmore (che
anche in questo nuovo lavoro dimostra di essere una delle migliori vocalist in
circolazione), le alchimie vocali fra i due coniugi, una scrittura, quella
di Masterson, in bilico fra acquarello e meditabondi chiaroscuri, sono state, e
sono, il carattere distintivo di canzoni che, pur percorrendo diverse strade,
riescono sempre ad arrivare al cuore. Rispetto al primo album, questo Good Luck
Charm, presenta però alcune piccole novità. La produzione di una vecchia volpe
come Jim Scott (per i meno avvezzi, Scott è l'artefice del successo di
Californication dei RHCP e si è seduto dietro la consolle per artisti del
calibro di Wilco, Counting Crows e John Fogerty), rende infatti i suoni
dell'album quasi cristallini nella loro perfezione, dando una netta sterzata
alla scrittura di Masterson verso un abboccato decisamente mainstream. Ne
deriva che, pur trovandoci di fronte a un buon disco, l'ispirazione dei due
pare intrappolata in schemi assai rigidi, che se da un lato eccitano la
prospettiva di un buon ritorno commerciale, dall'altro non sono stati in grado
di trasmetterci le medesime suggestioni del primo album. Fatta questa
precisazione, è indiscutibile che Good Luck Charm possegga un tiro
comunque superiore alla media e scorra via dalle casse dello stereo con una
disinvoltura così leggera che, ascoltato un paio di mesi fa, ce lo avrebbe
fatto sponsorizzare come disco perfetto per accompagnare le sonnacchiose e
languide movenze dell'estate. Undici canzoni piacevolissime e confezionate con
mestiere, che hanno la loro rampa di lancio nella title track (primo singolo
estratto) posta a inizio scaletta: la melodia zuccherina, l'incontenibile
allegrezza e la voce funambolica della Whitemore trasformano il brano
in una sorta di droga per le orecchie, innanzi alla quale, le dieci
canzoni successive (Closer To You, Anywhere But Here e Time Is Tender, fra le
migliori) appaiono come dosi di metadone che ci confortano nell'attesa di
tornare a schiacciare play sulla prima traccia. In definitiva, Good Luck Charm,
pur attestandosi un gradino sotto (sia a livello emotivo che
compositivo) rispetto Birds Fly South, risulta un disco che non deluderà
le attese di quanti si sono innamorati dei coniugi texani. Ai quali, tuttavia,
mi permetterei di suggerire, di non pensare troppo ai passaggi radiofonici, ma
di entrare in studio di registrazione liberi da ogni condizionamento e
pronti a seguire esclusivamente l'istinto. E' così che ci hanno fatto
innamorare della loro musica deliziosa.
VOTO: 7
Blackswan, giovedì 02/10/2014
2 commenti:
confesso la mia ignoranza...
@ Ernest: anche io :)
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