Libia,
31 agosto 1969. La madre di Mike, Italia Balistreri, precipita da una
scogliera, e quella notte Muammar Gheddafi rovescia la monarchia prendendo il
potere. Suicidio o delitto? Roma, estate 2011. Mentre la Primavera araba scuote
il Medio Oriente e la Libia precipita nella guerra civile, il feroce omicidio
della giovane Melania Druc e di sua figlia fa rincontrare Michele Balistreri,
ora commissario capo della Omicidi, e la giornalista Linda Nardi, cinque anni
dopo la conclusione della caccia all’Uomo Invisibile. Ma l’indagine, che Linda
vuole e Michele no, finirà per travolgere la parvenza di serenità conquistata
da un uomo stanco di vivere, costringendolo ad affrontare un passato mai
veramente sepolto.
C’era grande attesa per
questo terzo capitolo della trilogia del Male di Roberto Costantini, dal
momento che i due precedenti romanzi, Tu Sei Il Male e Alle Radici Del Male,
avevano lasciato la porta aperta a ulteriori, e decisivi sviluppi sulla vita
del commissario Balistreri. Diciamo subito che non era facile concludere questa
storia mantenendo l’altissimo standard qualitativo dei primi due episodi. Ciò
nonostante, Roberto Costantini, almeno dal punto di vista dell’intreccio
narrativo e dei colpi scena, ha regalato ai suoi lettori l’ennesima palpitante
trama e un finale che non deluderà di certo le aspettative di quanti, da quasi
due anni, attendevano di conoscere il nome dell’assassino di Italia. Così come
è piaciuto molto l’ulteriore approfondimento psicologico del protagonista,
Michele Balistreri, una delle figure più centrate, controverse e suggestive della
recente storia del noir italiano. Un viaggio interiore, quello di Balistreri, alla
ricerca del senso dell’amore e dell’amicizia, che il tempo, la sconfitta e il
tormento hanno adombrato, lasciando al commissario un fardello pesantissimo da
portare. Per contro, il romanzo presenta qualche evidente difetto sotto il
profilo della scrittura: a tratti la prosa si fa sciatta, lascia affiorare
banalità sentimentali da romanzo d’appendice (la prima parte in cui Laura Nardi
indaga a Nairobi) e una stanchezza di fondo di chi ha corso una lunga maratona
letteraria (il primo capitolo della trilogia è datato 2011) e non vede l’ora di
arrivare al traguardo. Nonostante il romanzo si collochi un gradino sotto i due
precedenti, il risultato finale è tuttavia più che buono: Costantini si rivela
non solo un ottimo giallista, ma anche un feroce indagatore dei mali cronici
che da decenni affliggono il nostro paese. Per questo motivo consiglio di
recuperare tutti e tre i libri: le indagini di Balistreri non sono solo un
thriller che si divora alla velocità della luce, ma soprattutto rappresentano un
affresco perfettamente centrato sulla vita politica e la società italiana degli
ultimi quarant’anni.
Blackswan, sabato 15/11/2014
2 commenti:
Costantini ci aveva abituato benissimo, perciò Il male non dimentica pur essendo un buon romanzo non si dimostra all'altezza dei precedenti. resta comunque un libro da leggere anche per concludere la trilogia....
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