Ne hanno impiegato di tempo, quasi sei anni, ma alla
fine il duo composto dai coniugi Michael Trent e Cary Ann Hearst ha ottenuto i
meritati riconoscimenti. L'album precedente (O' Be Joyful del 2012), arrivato
alla posizione 123 di Billboard 200, era trainato da una signora canzone,
Birmingham, che attirò sui due l'attenzione di David Letterman. E come già per
altri artisti in passato, entrare in tv dalla porta principale dello show più
seguito negli States, ha significato per i Shovels & Rope (Badili E
Corda) sottoscrivere un'ipoteca di fama e successo commerciale sulla loro
futura carriera. Qualche mese, siamo a fine 2013, e i due coniugi, vengono
insigniti dall'Americana Music Honors & Awards dei premi come miglior
gruppo esordiente e come migliore canzone dell'anno. Con l'uscita di questo
nuovo Swimmin' Time, l'onda lunga del successo porta il duo originario di
Charleston (South Carolina) alla ventesima piazza in classifica e fa gridare al
miracolo addirittura il New York Time (una sorta di benedizione urbis et orbis),
che li definisce "il gruppo rock americano del momento". Il merito
dei due ragazzi è di muoversi nei territori folk-rock approcciandosi a strade
diverse da quelle usualmente battute, lasciando un'impronta, forse non
profonda, ma comunque di significativa originalità. La sensazione è quella
di camminare spesso in una palude torbida, malsana, nella quale il
fango contamina irreversibilmente il cristallino delle acque. Le canzoni
di Swimmin' Time hanno infatti movenze goth folk, e anche quando il passo si fa
più tradizionale o classico (Pinned, ad esempio, declina a memoria gli
insegnamenti di Simon & Garfunkel) c'è sempre qualcosa che stona, disturba,
carpisce lo sguardo verso il buio. Niente che sia mai sopra le righe, nessuna
didascalia esplicativa: le tredici canzoni in scaletta sono misurate e prive di
eccessi. Ma è l'approccio quasi garage di alcuni pezzi (Evil) e una sorta
di continua distorsione di fondo che uniforma le sonorità dei brani, a darci la
sensazione che, come recita il titolo della prima canzone, "The Devil Is
All Around". Il carico da novanta arriva poi con le voci dei due coniugi,
che riescono a rockare anche su brani di matrice folk, che evitano interplay
stucchevoli, e preferiscono semmai abbandonarsi allo screaming, alla
cartavetrata, al magnetismo sulfureo. Se anche le composizioni fossero
all'altezza, da un punto di vista qualitativo, della carica emotiva e degli
arrangiamenti messi in campo da Trent e Hearst, forse parleremmo di Swimmin'
Time come di un capolavoro. Invece, talvolta, si percepisce una certa
ripetitività della formula che ci impone di trattenere gli entusiasmi. Ma il
disco mantiene intatto il suo fascino, e in certi episodi (Fish Assassin,
Tresher), si resta più che piacevolmente sorpresi.
VOTO: 7
Blackswan, mercoledì 05/11/2014
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