A ogni uscita di un disco di Jon Spencer e soci, non
so perchè, mi viene da dire la stessa identica cosa di sempre, e cioè che
la JSBX rappresenta, nel bene e nel male, la salvezza del rock' n
'roll. Delle due, l'una: o mi sto rincoglionendo io, ormai mummificato
nella costante esaltazione di un artista indispensabile per chi ama certi
suoni; oppure, il panorama musicale circostante è talmente desolato che
quando trovi qualcosa di buono, ti ci aggrappi come a una zattera nel mare in
tempesta. Probabilmente sono vere entrambe le cose, ma è ancor più vero il
fatto (un indiscutibile dato di fatto) che Jon Spencer incarni quella primitiva
energia e quello spirito selvaggio che da sempre è la vera, unica essenza del
rock. Si potrebbe, tuttavia, obiettare che Freedom Power sia un disco più
o meno uguale a tutti quelli che l'hanno preceduto, visto che ripropone per
l'ennesima volta, con piccole variazioni sul tema, tutto lo scibile di
tossicologia forense, terrorismo noise e rabbia metropolitana di cui l'ex Pussy
Galore da sempre è capace. Eppure, e questa mi sembra la cifra più
significativa, Spencer è uno dei pochi musicisti al mondo a cui non si fa mai
l'abitudine e che, a ogni disco, suona nuovo anche quando proprio
nuovo non è (anzi). E non mi sembra sufficiente scrivere che tutto ciò è
dovuto al fatto che le tredici tracce di Freedom Tower (quasi tutte sotto i tre
minuti) suonino esiziali come un assalto all'arma bianca alla quiete
domestica dei nostri ascolti più condiscendenti: quanta gente tutti i giorni
attraversa le nostre orecchie con roboante potenza senza però lasciare traccia
alcuna del proprio passaggio? La JSBX funziona maledettamente bene perchè
invece ogni volta ci ripropone un suono che è maledettamente antico, un
frullatone sonoro che fa leva sul nostro bisogno ancestrale di rock'n'roll. E
visto che questo nuovo lavoro è pure dedicato alla Grande Mela, città da sempre
fonte di ispirazione per il nostro eroe, nel meccanismo ben oliato della
ragione sociale il citazionismo, anche iconografico, viene vivificato da un
nuovo moto d'orgoglio: così nel consueto centrifugato di blues, old school,
punk, funk, garage e hip hop, confluiscono la No Wave del titolo, Lou
Reed, Run DMC, Sonic Youth, Ramones, Betty Davis e Public
Enemy (inutile ribadire che tra i solchi del cd troverete anche Elvis,
Little Richards, Jerry Lee Lewis, etc). Casino, casino, casino e via
all'arrembaggio ! Semplice, efficace e antico. Il rock'n'roll è più vivo che
mai.
VOTO: 8
Blackswan, venerdì 17/04/2015
2 commenti:
Il video è fantastico!
@ Lucien: ha fatto impazzire anche me :)
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