La breve storia artistica
di Tobias Jesso Jr. ha avuto due sponsor d’eccezione: Jimmy Falllon, che l’ha
portato per la prima volta in televisione nel suo show, che è fra i più seguiti
d’America, e Adele, che ha twittato e ritwittato tutto il suo apprezzamento per
il giovane cantautore canadese. Tutto il resto, questo ragazzone dalla zazzera
imponente, se l’è guadagno da solo, sfoderando non solo grandi doti di compositore
ma anche un’ostinata forza di volontà. Dal Canada alla California per cercare
inutilmente fortuna come bassista, il ritorno a casa per accudire la madre
malata, l’amore per un nuovo strumento, il pianoforte, le giornate passate a
scrivere canzoni e ad affinare la tecnica. Una scommessa vinta, se è vero che
la critica specializzata si è subito innamorata di Goon, primo full lenght di
Jesso e album già incensato come tra i migliori dell’anno. Forse è un po’ troppo
presto per gli Osanna, ma è vero che Goon è un disco meritevole sotto molti
punti di vista. Di Tobias Jesso Jr. si possono dire molte cose: che è incredibilmente
demodè, che la sua musica ci porta di filato agli anni ’70 ed è derivativa come
poche, che nei dodici brani in scaletta si citano senza troppi filtri Elton
John, John Lennon e compagnia Fab Four cantando. Tutto vero. Eppure, la
sensazione è che Jesso faccia le cose con appassionata sincerità, come se l’architettura
dell’album fosse frutto di un’estemporanea ispirazione e non di un progetto a
tavolino, e le melodie fluissero dal suo pianoforte vestite solo di disarmante
onestà. E poi, ci sono le canzoni, alcune davvero magnifiche (Just A Dream, For
You, Without You), tutte intelligentemente melodiche, catchy quanto si vuole,
ma mai affette da banalità o calcoli commerciali in odore di charts. Goon è un
album deliberatamente vintage, golosissimo per retromaniaci del pop di classe, e
decisamente poco incline alla modernità. Senza gridare ai miracoli e senza
utilizzare iperboli fuori luogo, possiamo però dire che i tre quarti d‘ora della
track list attraversano le nostre orecchie con piacevole semplicità,
stuzzicandoci a ripetuti, e sempre soddisfacenti, ascolti. Cosa che, al netto di
ogni intellettualismo, è ciò spesso ci spinge ad acquistare (e ad amare) un disco.
VOTO: 7+
Blackswan, domenica 03/05/2015
3 commenti:
Alla lunga stanca un po', però ci sono 3/4 canzoni di gran classe che hanno gusto vintage veramente unico.
Avevo sentito qualcosa di suo e mi era piaciuto parecchio.
A breve con calma mi vado a gustare tutto l'album...
@ Lucien: devo dirti che io lo trovo godibilissimo anche dopo parecchi ascolti. E concordo con te: tre o quattro canzoni sono super.
@ Marco:Il Cannibale che prende per buono il suggerimento del killer ? Non c'è più religione :)
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