Nathaniel Rateliff ricorda uno di quei calciatori che
non sanno come stare in campo. Pensano di essere bravi a ricoprire un ruolo e
lì rimangono, illanguidendo nell'anonimato. Poi, succede qualcosa: la visione
di un allenatore illuminato o un'intuizione personale, e la musica
cambia. Perchè il talento dev'essere indirizzato, non basta seguire le proprie
inclinazioni, occorre trovare il modo per esprimerlo al meglio. Ratecliff
è in attività dal 2007 e ha già pubblicato tre dischi, muovendosi, senza
infamia e senza lode, nel circuito nu-folk. Era la sua passione e evidentemente
pensava di avere le carte in regola per sfondare. E invece,
picche. Accortosi che non avrebbe mai cavato un ragno dal buco,
Nathaniel mette in piedi una band di sette elementi, i Night Sweats, bussa alla
porta della Stax e propone un repertorio nuovo di zecca, soul e r'n'b che più
vintage non si può. Un pugno di buone canzoni che diventano ottime grazie alla
manina santa di Richard Swift, già dietro le tastiere con i The Shins,
cantautore in proprio e produttore di talento (Damien Jurado, Foxygen, etc.).
Il risultato è una vera schiccheria, un disco che probabilmente porterà
una svolta nella carriera di Rateliff, visto che il ragazzo è già approdato
allo show di Jimmy Fallon e si sa che, se passi da quelle parti, il futuro si
tinge di rosa. Energia pura per undici canzoni che guardano a un passato che
suona (musicalmente) lontanissimo, ma che se riadattato con intelligenza
continua ad appassionare schiere di fans. Rateliff si trasforma in un Otis
Redding bianco, sfodera una voce ricca di sfumature, omaggia con filologica
vitalità gli anni d'oro della Stax e, non dimenticandosi del proprio passato
artistico, aggiunge alla miscela un pizzico di americana (Wasting Time fa
pensare immediatamente alla Band). Tutto già ascoltato milioni di volte, certo,
ma questo nuovo "esordio" ha dalla sua la forza di chi è intenzionato
a non lasciarsi sfuggire la sua seconda occasione. Il risultato è ottimo.
VOTO: 7
Blackswan, mercoledì 02/09/2015
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