Riccardo Berio sta
scontando un ergastolo per l’omicidio brutale degli zii, con cui divideva una
villetta bifamiliare nell’hinterland milanese. All’epoca dei fatti, la
movimentata vita sessuale delle due anziane vittime rendeva per contrasto
ancora più ridicola e compromettente
l’esistenza da fantasma di Riccardo, un quarantenne studente fuoricorso dalle
molte passioni intellettuali, ma inabile al lavoro e ai rapporti umani, e in
grado di mantenersi solo grazie all’eredità
lasciatagli dal padre. Il movente del duplice omicidio del "mostro dell’hinterland
", come subito lo ribattezzano i media, viene individuato nella
frustrazione e nell’invidia per la felicità
sfacciata di una coppia di pensionati ben più vitali e
socialmente inseriti di lui. Anni dopo la conclusione del processo, quando l’intera
vicenda è ormai sprofondata nell’oblio, la casa dove Riccardo è
cresciuto viene messa all’asta. Perso cos ì anche l’ultimo
pezzo della propria identità, sente
che è arrivato il momento di
raccontare come sono andate davvero le cose, e al chiuso della sua cella comincia
a scrivere. Lo fa col tono caustico e l’umorismo nerissimo di chi non ha mai
sperato di salvarsi, perché fin dall’inizio
sapeva di essere condannato.
Meglio chiarire subito per evitare ogni
fraintendimento: a dispetto del titolo e della copertina, che richiama alla
mente quelle serie poliziesche tanto di moda oggi, il bel libro di Matteo
Ferrario non è un thriller. Anzi, in considerazione della ricchezza degli
argomenti affrontati e della profondità di ragionamento che li sottende,
sarebbe assai riduttivo collocare il romanzo all'interno di un genere qualsiasi.
Le chiavi di lettura per affrontare Il Mostro dell'Hinterland potrebbero essere,
a parere di chi scrive, sostanzialmente due. In primo luogo, ciò che emerge
nella vicenda di Riccardo Berio, presunto responsabile di un efferato delitto
ai danni dei propri zii, è il tema della diversità. Un diversità scansionata
a ritroso, attraverso il racconto delle vicende processuali che porteranno alla
condanna del protagonista. Non importa quante fallace sia stato l'impianto
probatorio costruito dall'accusa, né rileva alcunché la superficialità con
cui gli inquirenti hanno svolto le indagini: Berio è il colpevole perfetto
semplicemente perché è diverso, perché non ha ambizioni, perché non lavora,
perché ha una vita sessuale e affettiva pressoché inesistente, perché
preferisce coltivare in solitudine i propri interessi culturali invece
di dedicarsi alla vita scapestrata della gioventù o alla solida routine
dell'uomo in carriera. Riccardo si autoesclude dalla comunità e intesse
pochissime relazioni interpersonali, preferendo vivere nell'ozio, in una
sorta di reclusa atarassia che gli consente di dar sfogo a un contradditorio
soliloquio interiore. E' davvero un feroce assassino? Che abbia compiuto o meno
il duplice omicidio, in realtà, non importa a nessuno. Non si sta infatti
condannando un criminale, ma qualcuno che, nel comune sentire, è anche peggio
di un assassino. Berio è infatti colui che non si fa convincere dal
pensiero unico, che ha modi e atteggiamenti lontani dall'ordinarietà, che non
vuole essere uno dei tanti, ma solo se stesso, mediocre e inetto quanto si
vuole, ma unico. E su questo rilievo, si innesta la seconda chiave di
lettura del libro, la cui vera sostanza viene rappresentata da un j'accuse,
affilato e assai caustico, nei confronti della società italiana degli
ultimi trent'anni. Il sistema Italia, lo sprofondo etico e culturale
nel quale il paese è risucchiato, l'ignoranza crassa di un popolo ormai
incapace di cercare la verità, perché fagocitato dallo strapotere dei media,
sono infatti le vere vittime di Riccardo Berio e della penna icastica di Matteo
Ferrario. Un autore che sorprende per la lucidità e l'intelligenza con cui
imbastisce dal nulla una trama efficacissima, dando vita a un romanzo, breve
per numero di pagine, ma ricco di contenuti e spunti di riflessione mai banali.
Blackswan, venerdì 16/10/2015
5 commenti:
Sai che ti dico?
Mi hai convinta.
Buona giornata1
Cristiana
Gran romanzo. L'ho letto. Ottima recensione.
@ Cri: ottima scelta!
@ Luigi: Grazie Luigi. Il libro è veramente bello.
L'ho letto e concordo pienamente!
@ Barbara: si, davvero un ottimo romanzo.
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