Riceviamo dalla nostra freelance Cleopatra e
integralmente pubblichiamo
Non c'è dubbio che i talk show stiano vivendo una
stagione di rinascita. I tragici fatti di Parigi ne sono la testimonianza,
purtroppo.
Il terrorismo in Europa ha riportato nei salotti di
tutte le maggiori reti televisive fior di psicologi, criminologi, ex generali,
strateghi in pensione e tutta quella pletora di tuttologi petulanti che nessuno
si filava più dai tempi dell'attentato alle Torri Gemelle. Personaggi,
talvolta, impreparati discettano con disinvoltura su materie complesse come il
Daesh o la guerra in Siria. Accantonate le trite ricostruzioni di cronaca nera
con plastico annesso e congelate le questioni politiche nostrane, si assiste a
un tripudio di edizioni speciali e approfondimenti sul terrorismo. Le Santanchè
e le Meloni hanno praticamente preso armi e bagagli e si sono trasferite negli
studi televisivi. Immancabile è il collegamento satellitare con il (ruspa)nte
Matteo Salvini che, da presenzialista qual è, non perde occasione per apparire.
Il momento è decisivo per la sua campagna elettorale. Quindi, te lo vedi
appollaiato nelle reti Rai e in quelle Mediaset nel nome di Sua Maestà,
l'Audience. Da vero maestro dell'ubiquità, a volte, lo si trova
contemporaneamente in due trasmissioni, armato del solito vaniloquio e della
solita becera faciloneria populista. Dal pulpito televisivo pontifica
sull'equazione immigrazione= terrorismo, creando ad arte confusione e
destabilizzazione. Neppure i telegiornali sono da meno: immagini inedite
sull'attentato, riprese amatoriali, videomessaggi propagandistici del sedicente
stato islamico, foto degli attentatori, prima e dopo il processo di
radicalizzazione, ci accompagnano ormai da una settimana a questa parte. E
questa sarebbe informazione? Io credo, invece, che sia uno spot per i
terroristi. Concedere troppa visibilità a questi barbari, che proprio di
immagine si alimentano, equivale a promuoverne il messaggio. Cominciamo a
combatterli anche depotenziandone la risonanza mediatica e proviamo a opporci
alla falsa informazione che rischia di alimentare una tensione sociale dalle
conseguenze irreparabili. L'informazione, quella vera, se ne gioverebbe di gran
lunga.
Fabrizio Rondolino (giornalista),
su Twitter: "Emergency è un'organizzazione politica antioccidentale
mascherata da ospedale ambulante. Va isolata e boicottata".
Maurizio Gasparri, a proposito
della terminologia usata per chiamare l'Isis: "Ma che è Daesh? Sembra
il nome di un detersivo...".
Antonio Razzi sull'Isis:
"Come fermerei l'Isis? La soluzione l'aveva trovata Berlusconi già
tempo fa".
Cleopatra, lunedì 23/11/2015
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