A proposito di Gesu’, l’anno
scorso, piu’ o meno di questi tempi, completai la lettura, piuttosto ostica, di
I Vangeli di Pietro Citati. Testo complesso, in cui lo scrittore e critico
letterario fiorentino metteva mano alle sacre scritture in un tentativo,
peraltro perfettamente riuscito, di esegesi testuale. Di tutt’altro registro è,
invece, il nuovo libro a firma di Corrado Augias, il quale, pur essendo un
finissimo letterato e uno storico molto preparato, preferisce spingere il piede
sull’acceleratore della divulgazione invece che rivolgersi a una ristretta
nicchia di lettori eruditi. Augias, con metodo e chiarezza espositiva,
ricostruisce le ultime ore di vita di Gesu’, intessendo sul canovaccio dei Vangeli
e delle fonti storiche un intreccio narrativo dal sapore romanzesco. Ne deriva
una lettura agile e ritmata, che conduce il lettore per mano attraverso fatti
lontanissimi nel tempo e dati, forse, un po’ troppo per scontati. Attraverso il
punto di vista di personaggi di fantasia, come il filosofo Caio Quinto Lucilio
(geniale l’anacronismo finale che cita Leopardi), e altri, invece, realmente
esistiti (giganteggia su tutti la figura controversa di Ponzio Pilato), Augias raggiunge
due obiettivi: in primo luogo, forzando anche un po’ la mano alla fantasia, ricostruisce
una versione plausibile di quei concitati eventi che porteranno Gesu’ sulla
croce (la cacciata dei mercanti dal tempio, i giochi di potere all’interno del
Sinedrio, la folla sobillata da agitatori di professione, i dubbi, tutti
politici, di Pilato); in secondo luogo, e questo è l’aspetto più avvincente
della lettura, Augias riesce a umanizzare la figura di Gesu’, senza tuttavia
privarla di quel manto di spiritualità con cui da sempre la conosciamo. Col
risultato, non semplice da raggiungere, di rendere fascinosa e vivida, anche
agli occhi dei non credenti, la figura di un uomo, che asseconda un destino più
grande di lui e che si prepara alla morte, attraverso dubbi, paure e tormenti
infiniti, spirituali e materiali. Intorno ai personaggi principali, ruota, poi,
una serie di figure a noi note, che diventano testimoni e voci narranti della
vicenda: Maria Maddalena, il padre Giuseppe (davvero toccanti le pagine che
descrivono l’inusuale rapporto affettivo fra padre e figlio), Claudia Procula,
la moglie di Pilato, che cerca fino alla fine di salvare Gesu’, e Giuda, per il
quale, mi pare di aver intuito, Augias fa riferimento alla famosa finzione di
Borges (il vero Cristo è Giuda, perché si è immolato come traditore agli occhi
della storia e di tutta l’umanità). La sensazione finale, lo scrivo da
agnostico senza cedimenti, è che non solo Le Ultime Diciotto Ore di Gesù sia un
ottimo libro storico, che centra i suoi intenti divulgativi, ma soprattutto che
sia un’opera in grado, per nitore concettuale e autorevolezza, di indurci a una
serie di riflessioni non banali sul sacrificio estremo di Gesù.
3 commenti:
Che bella e invitante recensione, lo leggerò senz'altro tenendola presente nella mente.
Anch'io sono agnostica, ma ciò non toglie che non metta in dubbio la figura di Gesù, di cui parla anche la religione islamica.
Penso che oggi lo si possa paragonare a coloro chiamiamo filosofi.
Ciao!
@ Cristiana: la figura di Gesù possiede un fascino magnetico e, pur non essendo religioso, sono fortemente attratto dalla sua storia. e poi, Augias, per me è un mito: leggerlo e ascoltarlo è un piacere senza fine.
concordo con te Nik, sono quasi ossessionata da " queato uomo" che cambiò, volendo o nolendo, il corso del pensiero religioso e non solo, da qualunque religione si voglia guardare. Augias piace molto anche a me e, come sempre, le tue recensioni, sia musicali che non, sono di grande chiarezza e come dice Cri, invitanti :)
penso che lo acquisterò in questi giorni.
ciao!
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