Sono bastate due canzoni circolate in rete ben prima
dell'uscita del nuovo album (The Answer e Adore), a creare una
palpitante attesa ed eccitare gli animi per il ritorno sulle scene
delle Savages. Tanto che, in barba a ogni logica, già alcuni rumours citavano Adore
Life come un possibile candidato a miglior disco del 2016. Che si tratti di
un'ottimistica esagerazione, è fuor di dubbio; ma è altrettanto vero che
un disco come Silence Yourself, esordio datato 2013, aveva fatto gridare
al miracolo e ammantato il quartetto inglese di un'aura maledetta da riot
grrrl in odore di tenebra. Non da meno, l'impatto mediatico generato dalla
figura di Jehnny Beth, cantante e leader del gruppo, è di quelli che
non lasciano scampo: il portamento androgino, l'attitudine goth e due
occhi di brace, dentro i quali bruciano passioni
indicibili, trasformano i video (e i live act) delle
Savages un'esperienza al limite. Ciò nonostante, è pur vero che ci
troviamo di fronte a un fenomeno derivativo come pochi, nel quale si concentra
il meglio del rock in quota rosa degli ultimi quarant'anni (la Patti Smith
del CBGB'S, Siouxsie, Babes In Toyland, Pj Harvey) e che affonda le
proprie radici in quel movimento post punk, che tanto successo ebbe
alla fine degli anni '70 e all'inizio del decennio successivo. Cosa determina,
dunque, tanta attenzione per un gruppo, all’apparenza, citazionista come pochi?
Cosa distingue le Savages dal mondo di replicanti che ingolfano le classifiche
di mezzo mondo con una musica risaputa? Sarebbe riduttivo individuare la
ragione del loro successo solo nello sguardo nostalgico di chi, quegli anni, li
ha vissuti in prima persona, o, per converso, nella curiosità da parte delle
generazioni più giovani verso il suono con cui sono cresciuti i loro
padri. Il quid delle Savages risiede, invece, nell'energia e nella sincerità,
in quell'urgenza espressiva che da sempre è il carburante nobile del rock. Se
Silence Yourself, da questo punto di vista, era una badilata sugli stinchi,
Adore Life punta ancora di più sulla forza bruta e sulle deflagrazioni noise.
Eppure, nonostante la violenza primordiale che infiamma le canzoni in
scaletta, il disco sembra formalmente più coeso e,
soprattutto, palesa un'eleganza estetica, claustrofobica e ossianica
finchè si vuole, capace però di identificare definitivamente un suono. Con
Adore Life, infatti, le Savages sono diventate le Savages, una certezza
che prescinde da ogni esplicativo riferimento filologico. Perchè se è
indubbio che nella tripletta iniziale del disco si tocchi il punto di fusione
tra la ferocia dei Killing Joke e il romanticismo disperato dei Joy Division,
che Adore navighi nella corrente punk wave tanto cara a una certa Patti Smith
e che a tratti si colgano echi di gioventù sonica,
tuttavia, la voce stressata e salmodiante delle Beth, il drumming quadrato e
convulso, il basso martellante e i feroci riff di
chitarra, suonano così unici, diretti e immediati, così già
riconoscibili nella loro assolutezza narrativa, che verrebbe da pensare che il
post punk sia nato oggi. Non è così, ovviamente, perchè tutto nella
musica, si crea, si distrugge e si rigenera, in un loop senza fine. La
differenza sta semmai nel sudore, nel cuore, nella genuinità con cui si
maneggia la materia e si sviluppano le idee. Allora, quando parte
Mechanics, ultimo brano del lotto, è evidente che nel caso delle Savages siamo
un abbondante gradino sopra la media creativa. La percezione, infatti, è quella
di fluttuare nel buio cosmico, avviluppati in luminescenti
nebulose, mentre il rumore degli astri in movimento cadenza il tempo
dell'infinito: terrificante e poetica al contempo, questa intuizione finale
consegna alla storia del 2016 un grande disco e un gruppo destinato a restare
in vetta per parecchio tempo. Se poi Adore Life sarà il miglior disco
dell'anno, lo sapremo solo a Natale. Per il momento, alzate il volume dello
stereo e godete.
VOTO: 8
Blackswan, martedì 26/01/2016
5 commenti:
Mi sento un selvaggio a essere d'accordo con te, ma almeno sulle Savages ci siamo. :)
p.s. Non è che sul tuo blog c'è qualche virus? Ogni volta che passo di qui mi si disconnette in automatico da Internet...
Ottimo disco, in ascolto anche sulle mie frequenze!
@ Marco:sereno: è l'eccezione che conferma la regola :)
PS: ho messo un virus anticannibale :) A parte gli scherzi: non credo, funziona tutto bene e nessuno ha manifestato lo stesso problema.
@ Salvatore: Ottimo davvero! A tutto volume allora !
Ricorda parecchio Siouxsie, però evitando l'effetto "copia-incolla-modifica" perciò mi piace!
@ Lucien: A me piace perchè, stranamente, suona decisamente Savages :)
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