Alla domanda “cosa ti
viene in mente quando pensi a Nashville?”, quasi tutti risponderebbero
correttamente “il country”. Eppure, in un ambiente così legato alla tradizione
(e a un suono prevalentemente radio friendly ), talvolta nascono band che se ne
vanno in direzione ostinata e contraria. E’ il caso dei All Them Witches, combo
di stanza in Tennessee, nato nel 2012 e autore al momento di tre full lenght in
studio, nei quali di roots non compare traccia. Anzi, a dire il vero, qui siamo
agli antipodi, e l’architettura del disco si fonda prevalentemente su
chitarroni distorti e tonnellate di fuzz , che prendono corpo al limitare delle
tenebre e stanno a debita distanza dalle frequenza FM. Gli All Them Witches, infatti, si muovono in
ambito noise, ampia definizione nella quale i nostri riescono a far confluire
in gran quantità (e coagulare) psichedelia, doom, stoner e rock tout court.
Non si può certo dire che qui l’originalità sia di casa; ciò nonostante, il
quartetto originario di Nashville, imbastisce una scaletta estremamente varia,
in cui qualche ballata crepuscolare (Call Me Star, per citarne una) si alterna
a improvvise accelerazioni rock (Dirt Preachers - splendido il video) e ad altri brani, invece,
decisamente rumorosi e dilati (è il caso dei quasi nove minuti di El Cientro).
Se da un lato la band dimostra di avere il completo controllo della situazione,
sia sotto il profilo della produzione che degli arrangiamenti (l’odore delle
chitarre che bruciano lentamente si sente proprio tutto), dall’altro, mi pare
che manchi quell’intuizione che elevi lo standard compositivo, e la sensazione
finale è quella di aver sentito queste canzoni già un migliaio di volte. Non è
un caso, quindi, che le cose migliori siano i momenti in cui il volume si
abbassa e la musica prende forma di ballata, come nel caso della già citata
Call Me Star e, soprattutto, di Talisman, il cui mood malinconico e dolente è
il momento più alto di un disco discreto, ma francamente prescindibile.
VOTO: 6,5
Blackswan, martedì 09/02/2016
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