Prima di parlare del
disco vorrei ringraziare pubblicamente Nick per l’ospitalità e gli
incoraggiamenti. Il Rock è una delle grandi passioni della mia vita ma non ne
avevo mai scritto. Quindi da dilettante chiedo clemenza ogni qualvolta mi
sfuggano imprecisioni o sciocchezze. L’unico obiettivo è condividere, con tutti
gli amici di Come Un Killer Sotto Il Sole, le mie piccole e grandi “perversioni”
musicali. Grazie ancora Nick e a tutti coloro che avranno la voglia e la
pazienza di leggermi.
Togliamoci subito il dente. I bellimbusti che danno
corpo e wattaggio ai Foxboro Hot Tubs altri non sono che Billie Joe Armstrong, Tré Cool
e Mike Dirnt. Già, proprio loro, i Gree Day. Decine di milioni di copie vendute
solo negli Stati Uniti, Grammy, dischi
d’oro e di platino come piovesse. Insomma, i Punk più detestati dai Punk.
Perché dovrebbe quindi interessarci il progetto
parallelo di delle band più popolari e criticate d’America?
Perché perdere del tempo a parlare di questi
miliardari californiani campioni, ancora in carica, nella categoria Pop Punk Under
16?
Ma
perché Stop Drop and Roll!!! è un miracolo. Fidatevi, questa è un
operazione che ha dell’incredibile.
Il camuffamento inizia dalla facciata, si danno
nomi di fantasia come Reverend Strychnine Twitch o Frosco Lee e si
auto-producono inventandosi di sana pianta la fantomatica Jingle Town Records.
Etichetta “one-shot” per eccellenza. Grafica di copertina in perfetto stile
Merseybeat con five girls monocromatiche che si dimenano cotonatissime nel club
londinese più alla moda del 1966. Strillone d’ordinanza che rimanda all’immaginaria
hit Mother Mary.
I 12 brani
scorrono via che è un piacere, la carrellata di potenziali singoli è
impressionante. Si inizia con l’assalto all’arma bianca della title track e ci
siamo già scordati i Green Day, Mother Mary mantiene le promesse urlate in
copertina facendo il verso agli Strokes. She's a Saint Not, a Celebrity è un
dichiarato omaggio a Eddie Cochran e alla sua immortale Summertime Blues mentre,
The Pedestrian, sembra uscita dalla stagione migliore degli Hoodoo Gurus. 27th
Ave. Shuffle invece è una possibile versione di My Generation degli anni zero. Ultimo pezzo in scaletta Pieces Of Truth che da
solo vale l’acquisto del disco. Intro devastante alla Fleshtones, riff che più
bastardo di così non ce n'è e il sax di Jason
Freese a rendere il brano, se possibile, ancora più appiccicoso. Due, tre
ascolti e sei fregato. Lo sbatti in tutte le playlist dell’anno, vantandoti
della scoperta, in posizione podio. Centinaia gli altri rimandi possibili, per
farla breve: Sonics, Kinks, Iggy Pop e più recentemente (International) Noise
Conspiracy, Vines e i Black Lips delle ultime uscite.
In definitiva, un “miracolo”, e di quelli assolutamente
inaspettati. Come se, Fabio Volo, di punto in bianco, venisse fuori con un
nuovo libro, un bel libro, firmandolo con uno pseudonimo scemo, vendesse la
miseria di 10000 copie e fosse promosso da poche ma entusiastiche recensioni. Impossibile?
Appunto, un miracolo!
Un bravo recensore a questo punto dovrebbe
puntualizzare che, anche se il disco è “maledettamente divertente”, bla bla
bla, non c’è niente di nuovo e potrà fare proseliti soprattutto fra gli
incanutiti reduci della stagione Garage Revival. Cazzate! Questo potrebbe
essere un disco formidabile, per chiunque ami il Rock’n’Roll da Big Joe Turner
in poi, anche nel 2032. I FHT sono da custodire gelosamente dentro al mobiletto
del pronto soccorso musicale per ogni evenienza. Esempio pratico, quell’anno,
era il 2008, la palma di “nex big thing” andò ai Fleet Foxes, a mio modestissimo
parere, uno dei gruppi più rovinapalle della storia recente. Di quei gruppi ai
quali John Belushi avrebbe sicuramente spaccato sulle teste tutto il set di
chitarrine acustiche. Di quelle robe che mentre le ascolti ti si blocca la
mascella durante l’ennesimo sbadiglio. Ecco allora che la musical farmacy di
casa ha la sua bella utilità. Si tirano fuori i Foxboro o altri ragazzacci come
loro e tutto torna a posto. Mascella compresa.
In un mondo migliore, praticamente al contrario, il
papà di Renzi farebbe il presidente di una bocciofila e lui concorrenza a
Landini per la leadership nella FIOM mentre, i Foxboro Hot Tubs, rispettatissima
Garage band, sarebbero responsabili di un side-project con velleità mainstream
targato Green Day che non destò particolare interesse.
Porter Stout, domenica 07/02/2016
2 commenti:
interessante! bravo...
ottima collaborazione!
ciao
Offhegoes: Ti ringazio :)
Posta un commento