Riceviamo dalla nostra freelance Cleopatra e
integralmente pubblichiamo
L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea e la
vittoria schiacciante del Movimento 5 Stelle mi hanno evocato l'immagine della
corda che si spezza. A furia di costringerci a vivere in un sistema
globalizzato che privilegia la finanza e gli interessi delle multinazionali, si
è radicata nei più l'intento di imprimere una svolta radicale per uscire dalle
secche dell'austerità.
La Brexit, del resto, ne è un chiaro esempio. Giusta o
sbagliata che sia, la scelta del Regno Unito di separarsi dall'Europa ha
stigmatizzato un concetto semplice e chiaro: riappropriarsi della propria
autonomia decisionale e riprendersi il futuro.
Una lezione di democrazia e di coraggio, comunque la
si pensi. E a chi osa parlare di eccesso di democrazia, come ha incautamente
affermato l'ex premier Mario Monti, rispondo con la locuzione latina "vox
populi, vox Dei". Checchè ne dicano i freddi esecutori dei diktat di
Bruxelles, solo attraverso lo strumento del voto si può porre un argine
all'inadeguatezza e alla sordità della politica. Del resto, qualcosa comincia
lentamente a muoversi anche a casa nostra. Lo dimostra il fatto che, come
nella Brexit , nelle elezioni amministrative è sembrato delinearsi il desiderio
di scardinare l'accondiscendenza di una certa politica nei confronti dei poteri
forti. L'aspirazione a uno stato declinato al sociale, ai bisogni delle fasce
più deboli e ai valori di onestà ed equità, comincia a prendere forma. Mai come
adesso si avverte la necessità di una società in cui il tema della
disuguaglianza sociale sia prioritario rispetto alla finanza. Il cambiamento
millantato da Renzi non passa di certo attraverso il sì alla riforma
costituzionale. Quello è solo uno specchio per le allodole.
Cleopatra, lunedì 27/06/2016
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