Non sono molti trentacinque anni, eppure Sara Watkins
ha dietro alle spalle una carriera importantissima, per numeri e
collaborazioni. Lei è, infatti, la violinista del gruppo progressive
bluegrass dei Nickel Creeck, band in cui milita con il fratello Sean e con quel
geniaccio di Chris Thile, mandolinista anche leader dei The Punch Brothers. Sei album
in studio, un paio di compilation e un pugno di singoli che hanno stazionato nei posti più alti delle classifiche americane di genere sono
il resoconto di più di quindici anni di militanza. E questo è solo un aspetto
di un carnet artistico densissimo. La Watkins, infatti, è stata anche membro
del supergruppo W.P.A. insieme a Benmont Tench e Greg Leisz, ha scritto musica
per documentari, è andata in tour con i The Decemberists, ha suonato con
Jackson Browne, Tift Merritt, Fiona Aplle e John Paul Jones. E poi, a partire
dal 2009, ha dato vita a una parallela carriera solista, di cui Young In All
Wrong Ways è il terzo capitolo. Chi si aspetta che Sara Watkins porti in
solitaria la sua esperienza con i Nickel Creek probabilmente resterà
completamente spiazzato fin dal primo ascolto del disco. A partire dai
suoi due precedenti album, la Watkins ha infatti accantonato il passato
improntato alle sue mountain music roots, per abbracciare, invece, un songwriting
pervaso da un'attitudine indie folk più in linea con sonorità moderne.
Anche il
fatto che abbia scelto una piccola etichetta (i primi due album erano prodotto
dalla Nonesuch Records) e abbia fatto a meno di un manager, testimonia di un
forte desiderio di libertà che si era solo intuito nei precedenti lavori e che
invece permea le dieci tracce dell'album. A cominciare dalla title track, che
apre la scaletta con un graffio chitarristico, con cui la Watkins
imbocca un'inusuale deriva rock e declama versi consapevoli e
dolenti sui tormenti di una vita non proprio semplice. O come nella
ballata crepuscolare, Invisible, in cui la Watkins canta con disillusa rassegnazione:
"So I’ll continue down this way though I can’t say where it will
lead". Anche l'altro singolo, Move Me, o l'intensa Say So si muovono
lontano dai consueti lidi, tanto che, alla resa dei conti, le concessioni al
passato sono davvero poche, e si risolvono principalmente in The
Truth Won't Set Us Free, triste storia di un matrimonio finito, che suona
decisamente country e in cui la Watkins, finalmente, riprende in mano il
violino. Un disco, dunque, diverso da quello che ci saremmo aspettati, in cui
il songwriting cambia natura, anche se il talento e la classe restano
immutati. Fuori dai Nickel Creeck, però, la Watkins è proprio un'altra
cosa e questo Young In All The Wrong Ways rappresenta la compiuta realizzazione
di un'autonoma visione musicale e delle proprie personali ambizioni.
VOTO: 7
Blackswan, martedì 12/07/2016
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