Riceviamo dalla nostra freelance Cleopatra e
integralmente pubblichiamo
Meno male che Angelino non aveva il quid. Così,
sosteneva il suo ex capo, Silvietto. Era il 2012 e di acqua sotto i ponti ne è
passata: allora, Alfano, era un 'leader' ( leggi: lacchè ) in erba, una giovane
promessa della politica italiana nata e cresciuta nel culto di Berlusconi. A
parte l'idolatria per l'ex Premier, i posteri lo ricorderanno per il Lodo,
quello che garantiva l'immunità temporanea alle più alte cariche istituzionali
coinvolte in guai giudiziari e che fece la fortuna di Silvietto ai tempi in cui
era Premier. Poi, per nonno Silvio i grattacapi si fecero più folti dei capelli
trapiantati e il sodalizio si consumò con un drammatico addio. Già, perchè
anche in politica l'amore è eterno finchè dura. Folgorato sulla via di Rignano,
il diversamente berlusconiano e camaleontico Angelino trova in Matteone il
senso della propria rinascita politica. Del resto, morto un papa se ne fa un
altro e così, da ex segretario politico di Forza Italia, ce lo siamo ritrovati,
in men che non si dica, nelle vesti di Ministro dell'Interno. Fantascienza ?
No, siamo in Italia, dove tutto è possibile. Dove utilizzare lo strumento
dell'insaputismo di scajoliana memoria, paga. Ricordate il caso Shalabayeva o
la fuga di Dell'Utri in Libano? Alfano, allora fece un doppio salto mortale con
carpiato e si salvò proprio grazie all'insaputismo. Non sapeva nulla, non
c'era. E semmai ci fosse stato, non si sentiva bene, poverino. Il
guazzabuglio finì ben presto in una bolla di sapone e Angelino, grazie al
cordone sanitario della maggioranza, potè regnare in pace. Finchè un brutto
giorno scoppia la grana del fratello e del padre. Non ci bastavano i Dell'Utri
della situazione, pure la famiglia ci si mette. Ma che importa se dalle
intercettazioni telefoniche emergono quadri poco edificanti sul conto del padre
nel ruolo di raccomandatore. Suvvia, il padre è un uomo di ottant'anni da tempo
fiaccato da una malattia neurodegenerativa. Sono tutte barbarie per il rampante
Angelino. Il fratello Alessandro raccomandato? Balle, è il solito uso
strumentale delle intercettazioni. E il bello è che in soccorso del ministro
accorre tutto il Pd, Premier e minoranza dem compresi. Non sia mai che una
crisi di governo improvvisa possa privarli delle comode poltrone. E poi ci sono
la Brexit e la delicata congiuntura economica, per carità.
Insomma la tempesta sembra passata e Angelino ha
voltato pagina: gli astri sono dalla sua parte e perfino la cronaca. Il recente
episodio di razzismo accaduto a Fermo gli ha permesso di archiviare, per ora,
la vicenda familiare. L'Alfanexit è rimandata alla prossima puntata, semmai ci
sarà.
Cleopatra, lunedì 11/07/2016
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