Molto rumore per nulla.
Anzi, troppo rumore. Difficile, infatti, da credere che questi Blossoms,
quintetto inglese proveniente da Stockport, siano la new sensation della scena
(indie) pop britannica. E ancora più difficile comprendere come la stampa
britannica, ma non solo quella, spenda parole di elogio per una band tra le più
stucchevolmente inutili del decennio. La stessa stampa, peraltro, che evita
accuratamente di recensire moderni dischi di classic rock e si erge a
fustigatrice di costumi non appena esce una nuova band imparentata ai
seventies. I Blossoms, infatti, non sono solo pedissequamente derivativi, ma
saccheggiano a mani basse e bocca buona sonorità che derivano per figliazione dal
brit – pop anni ’80, ’90 e dintorni. Prendendo il peggio, però. Per dire: Blown Rose mi
ha fatto ripensare ai Keane, ed è un vero colpo basso, visto tutto quello che
ho dovuto fare per dimenticarmi di aver ascoltato, nel 2004, un disco come Hopes
And Fears. E poi il synth pop. Qui, di rimandi a quella musica concepita su un’estetica
disperata e contenuti inesistenti ce ne sono a bizzeffe, tanto che, quando parte
Charlemagne, singolo che apre il disco, le orecchie dell’ascoltatore vengono
risucchiate in un vortice di plastica che ti spinge lentamente fra le braccia
di Limahl e dei suoi Kajagoogoo. E ho detto tutto. Insomma, avevamo fatto salti
mortali per dimenticare, e invece i Blossoms ti colpiscono alle spalle,
resuscitando fantasmi che pensavi il tempo avesse cancellato per sempre. Ma il
punto non è questo, o meglio, non solo. Perché, personalmente, non ho nulla
contro chi si ispira a un genere e ce lo vuole riproporre. Se non fosse così,
non ascolterei la metà dei dischi che poi recensisco su questa pagina. Ma c’è
modo e modo: in questo album d’esordio tutto suona zuccherino, posticcio e
tronfio di un’estetica radiofonica d’accatto. E il rischio vero è che qualcuno
cada nel tranello e si ritrovi a canticchiare, sotto la doccia, queste
canzoncine insulse. Perché i brani che compongono la scaletta del disco sono
come i pipistrelli: fanno ribrezzo, ma se si attaccano alla testa, poi, è quasi
impossibile tirarli via.
VOTO: 4
Blackswan, sabato 27/08/2016
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