Riceviamo
dalla nostra freelance Cleopatra e integralmente pubblichiamo
Quando
si costruisce una casa, si comincia dalle fondamenta. O almeno così dovrebbe
essere. Non per la ministra Beatrice Lorenzin, che con il Fertility Day ci ha
dimostrato che si può ( e si deve ) iniziare dal tetto. Quindi, prima bisogna
procreare e poi che Dio ci aiuti. Se qualcuno si fosse perso qualcosa nelle
precedenti settimane, il messaggio della scellerata campagna pro fertilità, che
tante polemiche ha sollevato, è sostanzialmente questo: fare figli in età
giovane è cool. Tra gli obiettivi che si propone il Piano Nazionale per la
fertilità, c'è quello di scoprire il "Prestigio della Maternità".
Fate attenzione alla scelta delle parole: si parla di prestigio con la P
maiuscola e non di gioia della maternità. Diventare genitore è, dunque,
qualcosa che ha a che fare con la reputazione e la considerazione sociale, un
concetto discriminatorio, segno di un'arretratezza culturale che ci accompagnerà
ancora negli anni a venire. Nemmeno gli spot sono andati troppo per il sottile.
Tra fottute clessidre e cicogne, il consesso di saggi e di soloni reclutati ad
hoc dalla ministra non ha affatto brillato per sensibilità su un tema così
delicato. La semantica e le immagini eloquenti delle locandine destinate a
sponsorizzare il Fertility Day hanno dimostrato quanto oscurantista e bigotto
sia l'approccio alla maternità. Senza troppi giri di parole è ormai assodato
che sulla fronte delle donne è impressa una scadenza come se fossero yogurt,
che si è smart solo se si procrea, preferibilmente in giovane età, mentre
i cattivi esempi da cui tenersi a debita distanza sono i cosiddetti
"childless", compresi quelli di colore con tanto di capelli rasta
(però la foto era pixelata, ops!). Detto in parole povere, chi non ha figli è
out. E che fine hanno fatto il welfare e le politiche sociali per la
tutela della natalità? Ma va là, avrebbe detto Niccolo' Ghidini, quelli possono
attendere. Per fare un esempio, se decidi di mettere al mondo un figlio e
magari sei precaria o sotto il ricatto delle tutele crescenti con un mutuo da
pagare, non preoccuparti: sei in linea col regime. Può andare peggio e trovarti
ad affrontare la maternità senza avere un lavoro, perché non l'hai trovato. E
allora sei costretta a vivere sulle spalle dei genitori pensionati che fanno i
salti mortali per mantenerti. Non importa: il prestigio con la P maiuscola è
salvo. Chi non può avere figli per motivi di salute o semplicemente perché non ha
nessuno con cui farli, poveretto. E chi invece decide di non averne, brucerà
all'inferno.
"Non
mandare gli spermatozoi in fumo", ammonisce una locandina. Peccato che ad
andare in fumo sono i neuroni. Con la N maiuscola.
Cleopatra,
lunedì 26/09/2016
1 commento:
Non condivido del tutto gli argomenti ma abbraccio appieno la sua indignazione.
I toni di quella ridicola propaganda sono stati estremamente violenti e offensivi, sotto ogni aspetto.
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