1. Ultimate Painting – Dusk (Trouble In Mind)
Prendete i Belle and
Sebastian di If You're Feeling Sinister,
immaginateli nel vortice di soffusa psichedelia di cui erano capaci i Velvet
Underground, aggiungete il chitarrismo irregolare di Tom Verlaine, gli stop and
go dei Feelies e avrete un’idea del sound del gruppo inglese. Dusk è una raccolta di canzoni preziose che
sanno dispensare suggestioni autunnali senza indurre alla tristezza, canzoni da
ascoltare indossando la felpa più comoda che abbiamo per meglio assecondare la
routine di certe mattinate ammantate di noia esistenziale. Fuori pioviggina,
nella stanza affianco gli altoparlanti diffondono gli Ultimate Painting, lo
smartphone è spento e va tutto bene.
2. Spidergawd –
III (Crispin Glover)
Partiti come progetto
collaterale dei Motorpsycho gli Spidergawd, sono diventati in pochissimi anni
una delle realtà più importanti nel panorama Rock mondiale e questo loro terzo
album è forse il migliore per l’energia che riesce a sprigionare. Nel calderone
delle affinità tutte le band che hanno saputo rinverdire il sound Heavy/Psych
dei seventies QOTSA, Nebula e Pontiak giusto per fare qualche nome. Ingegno
compositivo e verve melodica, un equilibrio vicino alla perfezione. E’ davvero
difficile non riconoscere alla band norvegese qualità musicali così esplicite
ed esaltanti. Imperdibili!
3.
Parquet Courts - Human Performance (Rough Trade)
Chi ha a cuore un certo scompiglio
creativo non potrà che gioire del ritorno dei Parquet Courts veri guastafeste
Garage/Rock dell’infinito party modaiolo che ha corrotto l’anima sotterranea
della Big Apple. In Human Performance
è possibile rivivere la frenesia urbana dei Talking Heads, gli umori notturni
di Lou Reed, la giocosità compiaciuta dei Modern Lovers, il Punk’n’Roll
depravato di Jim Carroll e tanto altro ancora. New York ha finalmente ritrovato una
grande, grandissima, Rock band, orgogliosamente legata al passato e ostinatamente
controtendenza.
4. Thornetta Davis – Honest Woman (Sweet Mama Music)
Un nuovo album dopo vent’anni. Non ci sperava più
nessuno. Forse neppure lei: Thornetta Davis, la cantante di Detroit che, con Sunday Morning Music, firmò da
fuoriclasse uno degli esordi più folgoranti di tutti i ’90. Honest Woman offre 60 minuti di grande
spettacolo R’n’B innervato di solido R’n’R, brani avvincenti e piacevolissimi
oppure più introspettivi, intrisi di Gospel e fede religiosa. Disco splendido quanto inaspettato.
5. Car Seat Headrest - Teens Of Denial (Matador)
12
brani come i capitoli del romanzo di formazione di un giovane slacker
perennemente sotto sostanze alcoliche e psicotrope nel quale i ritratti di Van Gogh sono utili nelle
terapie antidepressive, la morte suona uno xilofono fatto di costole umane e
gli ubriachi guidano sulle interstatali in cerca di orche assassine! Un
“delirio” poetico/letterario che correda un album dal grande impatto sonoro. Piacerà
ai fan di Pavement e Pixies ma anche ai ventenni di oggi che troveranno in Will
Toledo un credibile quanto beffardo cantore in cui rispecchiarsi.
6. Eli “Paperboy” Reed - My Way Home
(Yep Roc)
Quinto capitolo nella
discografia dello “strillone” del Massachusetts, My Way Home, segna l’esordio per l’indipendente Yep Roc che, dopo
le esperienze non esaltanti con Capitol e Warner Bros, gli porta in dono una
dimensione più adeguata, senza l’assillo degli esiti commerciali, per scavare
ancora più in profondità nella tradizione musicale americana alle origini del
suono delle comunità religiose di colore: Gospel, Funk, Soul e R’n’B. Eli “Paperboy” Reed è l’ultimo
tra gli eroi romantici in missione per
conto di Dio! Consigliato
vivamente anche ai mangiapreti più incalliti!
La
foto di copertina fa pensare ai Ramones nel 1976 sulla macchina più sgangherata
del Lower East Side subito dopo il celebre scatto di Roberta Bayley. La
suggestione che ho scelto porta guai, mi rendo conto. I Night Beats sono solo
in tre, provengono dal Texas, risiedono a Seattle e non suonano Punk! L’attitudine
comunque è quella. Outsiders duri e puri che sembrano provenire da quell’epoca
lontana. Rispetto ai due dischi precedenti Soul e Surf entrano più decisamente
nelle composizioni, senza tuttavia snaturare l’essenza puramente psichedelica
che sottintende il loro progetto musicale. Uno dei migliori dischi Garage
dell’anno in cui volgere lo sguardo al passato e frequentarlo senza riserve è
essenziale per andare oltre.
8. YAK - Alas Salvation (Octopus Electrical)
I londinesi YAK sono: Oli Burslem, frontman
carismatico e belloccio (una certa somiglianza con il Mick Jagger di un secolo
fa), Andy Jones e Elliot Rawson. Grazie all’Ep No del 2015 realizzato con la Third Man Records di Jack White e ad
una intensissima attività live, hanno bruciato le tappe fino ad aprire i concerti per band affermate come Peace
e Last Shadow Puppets. Quando parte Victorious
(National Anthem) difficile non saltare sulla sedia: chitarre grattuggiate,
canto sguaiato, sezione ritmica da manicomio criminale, un anthem di
straordinaria potenza. Hungry Heart è
ancora più urticante, immaginatevi il Johnny Rotten più declamatorio istigato
dal fuzz dei Mudhoney e più o meno ci siete… Insomma, debutto sulla lunga
distanza memorabile!
9. Marta Ren & The Groovelvets - Stop Look
Listen (Record Kicks)
La
portoghese Marta Ren non è una debuttante assoluta: due dischi all’attivo (con
la band The Bombazines) e gli anni passati sui palcoscenici dei festival più
importanti del suo paese hanno contribuito a farne una stella del Soul
lusitano. Il botto tuttavia lo farà con i Groovelvets in seguito all’uscita nel
2013 di 2 Kinds Of Men, stilosissimo
singolo Northern Soul rilanciato da personaggi come Craig Charles della BBC e
Andy Smith dei Portishead. Ora, con lo scintillante Stop Look Listen, la consacrazione internazionale.
10. TUNS – TUNS (Royal Mountain)
Se pensate che i Beatles
siano stati i più grandi geni della storia del Rock, i R.E.M. la migliore band
americana degli ’80 e gli XTC quella inglese, i TUNS sono il vostro gruppo
preferito del 2016. Anzi il supergruppo preferito perché Mike O’Neil, Chris
Murphy e Matt Murphy hanno alle spalle una lunga militanza in alcune tra le
Indie band più conosciute del Canada, rispettivamente, Inbreds, Sloan e Super
Fiendz. Tutte provenienti dalla scena underground di Halifax della prima metà
degli anni ’90. La formazione è il più classico dei Power Trio, chitarra
(Matt), basso (Mike), batteria (Chris): l’ABC del Rock’n’Roll.
Porter Stout, mercoledì 28/12/2016
2 commenti:
VERAMENTE UNO PEGGIO DELLìALTRO - TUTTO BRUTTISSIMO E INASCOLTABILE
@ Giuseppe: cambia sito, ti conviene. Il mondo del web è zeppo di gente che scrive di cagate. Ti troverai a tuo agio.
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