Il terzo disco
a firma Joe Bonamassa uscito quest’anno (i precedenti sono il full lenght in studio Blues Of
Desperation e il Live At Carnegie Hall), testimonia
ulteriormente, se ancora ce ne fosse bisogno, di una carriera all’insegna di produttività da catena di montaggio. Cosa che induce, però a una riflessione più profonda. Non
siamo di fronte, infatti, solo a un gran chitarrista, che sforna dischi di
materiale autografo, tutti di gran qualità; Bonamassa è anche uno straordinario
interprete, sia per lo spessore delle sue rivisitazioni, sia per la quantità di
canzoni altrui che è in grado di proporre secondo il proprio personale gusto.
Insomma, il chitarrista di Utica è una sorta di songbook vivente, un artista che
ha mandato a memoria le basi filologiche del blues e che ha dedicato la propria
carriera alla divulgazione del genere, attraverso anche un sostanzioso numero
di cover, proposte estemporaneamente all’interno dei suoi dischi oppure in modo
unitario con album interamente dedicati. Un’operazione, questa, che Bonamassa
aveva già effettuato lo scorso anno, con il riuscito Muddy Wolf At Red Rocks,
frutto di un tour in cui venivano esplorati irepertori di Muddy Waters e
Howlin’ Wolf, e che propone nuovamente con questo Live At Greek Theatre, in cui
vengono riproposti esclusivamente brani dei tre King del blues, Freddy, Albert
e B.B. A produrre e mixare, c’è il sodale di sempre, Kevin Shirley, mentre ad
accompagnare il chitarrista nell’esibizione, c’è la Three King Blues Band,
assemblata per l’occasione con i soliti Reese Wynans (tastiere), il funambolico
Anton Fig (batteria), Michael Rhodes (basso), Kirk Fletcher (chitarra ritmica),
un terzetto di ottoni e un coro femminile, nel quale giganteggia Mahalia Barnes
(che con Bonamassa, lo scorso anno, aveva reinterpretato il repertorio di Betty Davis con l’eccellente Ooh Yea). Con questa ensemble, quasi orchestrale, Joe
apparecchia una scaletta fenomenale, nella quale compaiono i grandi classici
che hanno reso leggendari i tre re di cui sopra: See See Baby e Hide Away
di Freddy King, Oh Pretty Woman e Born Under A Bad Sign di Albert King, The
Thrill Is Gone e Boogie Woogie Woman di B.B. King, solo per citarne alcune. Il
suono è impeccabile, la band ci dà dentro che è un piacere, e tutta la
performance sprizza entusiasmo e divertita energia. A margine dell’esibizione
live, anche una traccia in studio, registrata presso Grand Victor Sound Studios
di Nashville: la cover di Riding With The Kings di John Hiatt, con la voce potente
di Mahalia Barnes in veste di protagonista.
VOTO: 7,5
Blackswan, lunedì 19/12/2016
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