Tra le fila
dell’imponente movimento roots proveniente dal North Carolina, a fianco di band
più note come gli Avett Brothers e Chatam County Line, per citarne un paio, si
inseriscono anche i Mandolin Orange, duo proveniente da Chapel Hill, piccola
cittadina situata proprio nel cuore dello stato. Formatisi nel 2009, la band è
composta da Andrew Marlin, che oltre a cantare, suona chitarra, banjo e
mandolino ed è l’autore di quasi tutte le canzoni, e da Emily Franz, cantante e
violinista. I Mandolin Orange hanno all’attivo già quattro album in studio
(Blindfaller è il quinto) e propongono un melange, prevalentemente acustico,
nel quale confluiscono folk, country, bluegrass, gospel e pop, e che per
semplicità potremmo definire modern american roots music. Una musica, quindi,
che guarda con rispetto alla tradizione, e la cui architrave è rappresentata
dal virtuosismo strumentale dei due musicisti e dalla capacità di creare
orecchiabili melodie giocando sull’interplay delle due voci. Dopo anni di
gavetta, il salto di qualità arriva nel 2013, quando il duo firma un contratto
con la Yep Roc Records, attraverso la quale il gruppo si affranca dallo status
di fenomeno locale, dando inizio a una serie di tour che li porta in giro per
gli States e per l’Europa, dove partecipano a numerosi festival (Austin City
Limits, Merlefest, Newport Folk Festival, etc.). I dischi cominciano a vendere
bene, grazie anche a una produzione più ricca, che rende le loro canzoni
maggiormente appetibili per passaggi radiofonici e più complesse nella
struttura, e grazie all’introduzione di turnisti in sala di registrazione. E’
il caso anche di questo ultimo Blindfaller, che vede l’utilizzo, oltre che
della consueta strumentazione, anche di basso, batteria, tastiere e pedal
steel, e che dal punto di vista compositivo risulta il disco più complesso
della band. In scaletta, dieci canzoni di americana in purezza, percorse da un
mood malinconico che evoca languidi paesaggi autunnali e suonate
meravigliosamente bene da due ragazzi che, a differenza di tanti colleghi di
genere, misurano i virtuosismi subordinandoli a melodie dal sapore antico e
ricche di tradizione. L’evocativa copertina e il booklet con tutti i testi sono
il valore aggiunto di un album intenso e godibile dalla prima all’ultima
traccia.
VOTO: 7
Blackswan, mercoledì 21/12/2016
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