Hoodoo Gurus – What’s My Scene
Quando nel 1987 uscì Blow Your Cool! gli Hoodoo Gurus
capitanati dal cantante/chitarrista di Perth Dave Faulkner (attivo fin dal 77
con il gruppo Punk The Victims), erano già tra le band più eccitanti e ben
recensite di tutto il continente australiano. L’album, il terzo della loro
discografia dopo i magnifici Stoneage
Romeos (84) e Mars Needs Guitars!
(85), annovera alcune delle canzoni più popolari dei Gurus, In The Middle Of The Land, My Caravan, Good Times, What's My Scene,
ed entrerà di diritto nella storia del Power Pop degli anni 80. La facilità di
Faulkner nello scrivere canzoni a presa immediata raggiunge con Blow Your Cool! i suoi vertici assoluti
inducendo vera e propria dipendenza in chiunque le ascolti. Ciliegina sulla
torta la presenza delle Bangles e di Steve Wynn dei Dream Syndicate. Con
Smithereens, Fleshtones e Creeps la
migliore party-band del decennio.
Devo - Mongoloid
Universalmente conosciuti
per la loro versione di (I Can’t Get No) Satisfaction
degli Stones, una delle cover più folli (e geniali) di tutti i tempi, i Devo
dei fratelli Mothersbaugh (Mark, Bob e Jim) e Casale (Gerald e Bob) si formano
ad Akron nella prima metà dei 70 dove cominciano ad elaborare la bizzarra teoria
della “De-Evoluzione” che troverà le prime testimonianze discografiche tra il
76 e il 77 con l’uscita dei singoli Mongoloid
e (I Can’t Get No) Satisfaction (racchiusi in seguito nell’Ep Be Stiff). Impossibile non notarli:
indossano tute di plastica dai colori sgargianti e ridicoli copricapo anti-radiazioni.
Se il contesto scenografico è volutamente demenziale, come anche i postulati
che sottintendono le loro paranoie pseudo scientifiche, la musica invece è
avanguardistica e rivoluzionaria: mischiano i generi più diversi creando
sonorità tra le più riconoscibili della New Wave americana. L’anno successivo
dopo l’interessamento di David Bowie e Iggy Pop sarà Brian Eno, per la potente
Warner Bros., a produrre il loro capolavoro: Q: Are We Not Men? A: We Are Devo! Mark Mothersbaugh oggi è un
apprezzato compositore di colonne sonore e ogni tanto rispolvera la band per un
nuovo capitolo dell’inverosimile saga della “De-Evoluzione”.
Wilco Johnson & Roger Daltrey – Going Back
Home
Questo splendido disco del
2014 racconta una storia d’amicizia e indomita resistenza alla malattia. Vede
insieme due leggende del Rock inglese sotto l’egida di una delle più importanti
etichette americane di R’n’R e Blues, la Chess Records. E’ Roger Daltrey il
regista dell’operazione, Wilco Johnson il protagonista, il cancro al pancreas
in fase terminale di quest’ultimo il fantasma che aleggia sull’intera vicenda.
L’album è composto unicamente da pezzi tratti dal repertorio dei Dr. Feelgood e
dai lavori solisti di Johnson che il cantante degli Who interpreta
magistralmente, quasi fossero gli inni senza tempo di Tommy o Quadrophenia. A
rendere ancora più imperdibile Going Back
Home il contributo dell’ex Style Council Mick Talbot alle tastiere, Norman
Watt-Roy al basso e Dylan Howe alla batteria (la sezione ritmica che fece
grandi i Blockheads di Ian Dury). Registrato velocemente, quasi in presa
diretta, il disco avrebbe dovuto essere il testamento artistico di Wilco
Johnson. L’esorcismo messo su da Daltrey ha funzionato, Wilco è ancora tra noi.
Porter Stout, domenica, 26/03/2017
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