Died Pretty – Next To Nothing
Chiunque abbia a cuore il Rock
australiano della metà degli anni ’80 conosce a memoria Free Dirt il 33 giri d’esordio dei Died Pretty. La band di stanza a
Sydney, tra le cui fila spiccano le figure carismatiche del chitarrista Brett
Myers e del cantante Ronnie Peno, si avvale della produzione dell’ex Radio
Birdman Rob Younger e da subito verrà associata ai gruppi americani che animano
in quegli stessi anni il movimento Paisley Underground: Dream Syndicate, Green
On Red e Thin White Rope su tutti. Anche per i Died Pretty si tireranno in
ballo influenze che vanno dai Doors ai Television, Psichedelia dei tardi anni ’60
e Post-Punk chitarristico. Il tutto arricchito da una tecnica strumentale
ineccepibile e dalla qualità eccelsa dei pezzi in scaletta. Le indimenticabili Blue Sky Day, Wig-Out, Just Skin e l’apice
emozionale del disco, Next To Nothing,
che con il suo crescendo ritmico regala brividi oggi come trent’anni fa quando
usci Free Dirt insuperato capolavoro dell’Aussie
Rock.
Screamin’
Jay Hawkins – I Put A Spell On You
Il più stravagante
protagonista del R’n’B di ogni epoca? Facile, Screamin’ Jay Hawkins! Incredibile
showman che, dagli anni 50 fino alla sua scomparsa nel 2000, non ha mai fatto
mancare nulla al suo pubblico in quanto ad armamentario scenico. Una bara dalla
quale esce all’inizio di ogni spettacolo, mantelli dalle fogge più disparate, incisivi
leonini conficcati alle narici, cobra impagliato al collo e poi Henry, un
teschio con la sigaretta tra i denti montato sulla sommità del suo scettro da
capo tribù. Provocatorio, le sue esibizioni erano figlie dei pregiudizi più
beceri sugli afroamericani, ma anche astutissimo manager di se stesso, una
lunghissima carriera incentrata su un’unica vera hit. Quella I Put A Spell On You che diventerà popolarissima
anche grazie alle versioni che ne daranno decine di altri artisti (CCR, Van
Morrison, Brian Ferry, Animals, Nina Simone). Negli ’80 collabora con i
Fuzztones mentre i Clash e Nick Cave lo vorranno in tour con loro. Dopo l’inverosimile
cabaret messo su da Screamin’ Jay Hawkins, è
stato più facile dare i numeri sul palco per altri “terroristi del voodoo” come
Lux Interior e Screaming Lord Sutch.
The Cute Lepers – Terminal Boredom
I Briefs sono stati tra i
pochi gruppi Punk del nuovo millennio a distinguersi, per coerenza stilistica e
orgoglioso attaccamento alle forme originarie, nella stagione del Pop/Punk da
classifica dei vari Green Day, Sum 41 e blink-182. Cinque fantastici album e
una collezione di brani pazzeschi (sentitevi Can’t Get Through, 22nd
Century Man oppure l’esilarante So Stupid)
che fecero paragonare la band del cantante/chitarrista di Seattle Steve E. Nix ai
Ramones come ai Buzzcocks e ai Generation X ai quali si rifaranno per il look: facce
da schiaffi, capigliature bionde e occhialini in tinta. I Cute Lepers sono la
loro ultima versione (altri tre album ricchi di ironia e R’n’R stradaiolo suonato
a mille all’ora) il cui aggiornamento è fermo al 2011 con Adventure Time. Terminal
Boredom, tratta da Can’t Stand Modern
Music del 2008, è uno di quei pezzi che non può mancare nelle case di tutti
coloro che ogni 14 dicembre festeggiano il London
Calling Day.
Porter Stout, domenica 02/04/2017
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