La giovane
Sunny possiede una gran bella voce e spesso allieta le serate degli amici
imbracciando la chitarra. Eppure, per Sunny la musica ha un valore relativo:
lei vuole diventare attrice, le interessa il teatro off, l’improvvisazione, il
contatto diretto col pubblico. Così, alla prima occasione, se ne va da Austin,
città in cui vive, e abbandona l’università, per trasferirsi a New York, dove
vuole studiare recitazione. Si porta dietro la sua chitarra, però, e quando
suona, i compagni di corso la spronano a concentrarsi sulle canzoni e sulla sua
bella voce. Convintasi, allora, di avere più talento musicale che recitativo,
Sunny torna in Texas, consegue la laurea in relazioni pubbliche e comincia la
gavetta di musicista, suonando nei locali della cerchia metropolitana di
Austin. Il primo album autoprodotto (Heartbreaker's Hall of Fame), esce
nel 2006, e poi, successivamente, viene ripubblicato, quando firma un contratto
con la Big Machine Records. Il disco ha un buon ritorno di vendite a livello
locale, ma riscontri migliori arriveranno solo successivamente con Concrete
(2011), primo disco prodotto dalla neonata label Republic Nashville, nata dalla
join venture fra BMR e Universal. Con Provoked, uscito nel 2014, Sunny conferma
il proprio trend di artista capace di piazzare singoli nelle parti alte
delle classifiche di genere, senza però riuscire a sfondare sulla lunga
distanza dei full lenght, che non riescono mai a scalare le pendici delle charts
americane. E questo nonostante i termini lusinghieri della stampa
specializzata, che non lesina consensi e stellette. Cosa succederà con questo
Trophy, uscito qualche giorno fa, non è dato sapere. Quel che è certo è che la
critica musicale statunitense ne sta parlando già da qualche tempo con toni
entusiastici. E a ragion veduta. Il disco, relativamente breve, è composto di
dieci canzoni che abbinano il fascino della vecchia scuola country a un suono
fresco e moderno, riconducibile ad artiste della medesima estrazione della
Sweeney, quali Miranda Lambert o Elisabeth Cook. L’approccio filologico è
immediatamente riconoscibile nell’opener Pass The Pain, country soul alle
Willie Nelson, in cui Sunny canta il potere lenitivo dell’alcool, o in I Feel
Like Hank Williams Tonight, intensa ballata che esibisce con orgoglio il senso
di appartenenza a una scuola musicale. Un’appartenenza condivisa anche da Lori
McKenna, che con Sunny firma l’appassionata There’s Nothing Wrong With Texas,
canzone dedicata alle radici texane e alla gioia che si prova ogni volta che si
fa ritorno a casa. Tuttavia, Sweeney, pur declinando tutto il suo amore per il
country, evita l’ortodossia, imbastardendo il suono con accenti metropolitani e
rock, come succede magnificamente in Better Bad Idea e in Pills, in cui la
songwriter racconta senza filtri una passata dipendenza da farmaci (I’ve
been clean for years, but to be completely honest, I think about it all the
time).
In questi due episodi, per intenderci, ci muoviamo su territori
contigui a quelli esplorati da Elisabeth Cook con Exodus In Venus dello scorso
anno: morbidissima nelle ballate, Sunny dimostra di essere altrettanto
credibile quando sfodera elettricità e grinta da rocker. Cosa che succede anche
Why People Change, rock sudista il cui riff stonesiano e sporco chiama in causa
addirittura i Black Crowes. Se il vertice del disco è rappresentato da Bottle
By My Bed, una ballata assassina illanguidita da una sottile partitura di
violoncello, il finale di scaletta è un uno-due da ko: la title track, dalla
ritmica vagamente reggae e dal ritornello pop irresistibile, e la conclusiva
Unsaid, ballata di grande atmosfera, in cui la Sweeney esibisce tutto il suo
talento vocale con un’interpretazione appassionata e di grande effetto. Trophy
è un disco senza cedimenti, che nobilita la grande tradizione roots, esibendo
nel contempo una modernità e una freschezza di songwriting davvero inusuali.
Alla Sweeney non manca nulla per essere annoverata tra le migliori artiste
country in circolazione, se non forse l’album dall’eclatante riscontro
mediatico, che la conduca definitivamente fuori dai confini della scena texana,
imponendone il nome a livello nazionale. Con questo nuovo e azzeccatissimo
Trophy, potrebbe esserci riuscita.
VOTO: 7,5
Blackswan, sabato 01/04/2017
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