Brad – 20th Century
I Pearl Jam sono una delle
band più longeve e affiatate del panorama Rock degli ultimi decenni eppure
anche loro hanno avuto bisogno di staccare dalla casa madre per intraprendere
diversi progetti paralleli. I Mad Season di Mike McCready, Three Fish e RNDM
per Jeff Ament, Wellwater Conspiracy per Matt Cameron, le innumerevoli
collaborazioni esterne alla band di Eddie Vedder. Nel 1993 fu la volta dei Brad
di Stone Gossard. Shame, l’album
d’esordio, colpì subito grazie ad un pugno di canzoni straordinariamente
intense e suggestive (20th Century è una
di queste con il cantante Shawn Smith in grande evidenza), dove l’energia del
Grunge viene stemperata per favorire un Post Rock raffinato, ombroso e
sottilmente inquietante. I Brad hanno pubblicato altri quattro album, l’ultimo,
United We Stand, nel 2012.
Strypes - What A Shame
Quando nel 2013 uscì
l’album di debutto degli Strypes l’operazione che fecero in tanti fu quella di
stabilire se la somma degli anni dei componenti della band superasse o meno le
70 primavere di Keith Richards. Perché di questo si trattò, di quattro
ragazzini irlandesi, nati tra il 95 e il 97, innamorati del Rock, del Blues,
del Garage e delle meraviglie Mersey Beat che abbondavano nelle collezioni di
vinili dei propri genitori. Altri non giurarono sulla genuinità del gruppo immaginando
che nell’ombra manovrasse il Malcom McLaren di turno. Comunque la si voglia
pensare le 13 canzoni di Snapshot
vanno a comporre una scaletta pressoché perfetta con pezzi originali fantastici
come Mystery Train, Blue Collar Jane, She’s So Fine, What A Shame
e cover preziose (Leiber & Stoller, W.Dixon, Nick Lowe). Una delle sorprese
più gradite di questo decennio, un po’ come fecero gli Strokes di Is This It all’inizio degli anni zero.
Electric
Soft Parade - There's A Silence
Il Rock inglese nel 2002
ci regalò alcuni dischi d’esordio davvero magnifici: Up The Bracket dei Libertines, l’album omonimo dei Coral, Walking With Thee dei Clinic e Holes In The Wall degli Electric Soft
Parade. Etichettati come i salvatori del defunto Britpop da una stampa, quella
inglese, sempre prodiga di esagerazioni, i fratelli Alex e Thomas White da
Brighton, seppero comunque distinguersi con un sound freschissimo e super
contaminato. Una sorta di versione aggiornata dei Kinks: brani incalzanti,
stacchi fulminei con repentini cambi di ritmo, attenzione assoluta alla resa
melodica. La vivace e trascinante There’s
A Silence gli rappresenta al loro meglio.
Porter Stout, domenica 09/04/2017
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