Arrivati al
loro quinto album in studio, gli Ha Ha Tonka (il nome è mutuato da un
leggendario parco naturale del Missouri), arrivano probabilmente a una svolta
decisiva della loro carriera. Prodotti dalla Bloodshot Records, etichetta
indipendente che ha in mano la meglio gioventù del rock a stelle e strisce, la
band capitanata da Brian Roberts si è sempre distinta per la capacità di
piegare sonorità roots vicine al country alle esigenze di un indie rock dalla
spiccata connotazione melodica. Dopo dieci anni di onorata carriera, i
ragazzini di Buckle In The Bible Belt (album d’esordio del 2007) sono però
cresciuti, si sono misurati con i problemi dell’età adulta, hanno metabolizzato
la perdita dell’innocenza e convogliato tutte le nuove esperienze in un disco,
Heart – Shaped Mountain, che parla con linguaggio maturo di amore e di
relazioni interpersonali. Assestata la line up dopo la defezione di Lennon
Bone, sostituito dietro i tamburi da Mike Reilly, la band ha levigato il suono,
rielaborando una nuova versione di sé stessa, in cui i riferimenti al roots
sono ridotti al minimo (gli accenni bluegrass di Going That Way e il folk di
Favor), in virtù di un linguaggio decisamente più pop. Niente di male, perché
la band ha raggiunto l’equilibrio che le mancava e l’esuberanza acerba dei
primi dischi è stata affiancata da un approccio più ragionato alla
composizione. Solo in un caso, All With You, il nuovo corso pop deborda nella
paccottiglia da stadio alla Coldplay, che lascia in bocca un sapore di melassa
rancida. A parte l’episodio citato, però, il disco mantiene un buon livello di
coinvolgimento, a partire dal muro di chitarre dell’umbratile Race To The
Bottom, uno degli high lights del disco. Se la produzione, affidata a Jason
McEntire e Dan Molad, in tandem con la band, arricchisce il suono con pulizia,
catturando passione e precisione in egual misura, gli Ha Ha Tonka, da parte
loro, ci mettono freschezza esecutiva e un filotto di armonie irresistibili,
deliziose come il primo assaggio di una primizia primaverile (Everything, The
Party, la citata Going That Way). La band del Missouri non è certo nata per
lasciare il segno nella storia del rock americano (ne, credo, sia loro
intenzione farlo); eppure, anche se queste canzoni mancano della profondità
necessaria per farsi ricordare, in Heart-Shaped Mountain si respirano, però, un
entusiasmo e un’energia che non possono lasciare indifferenti. Dopo dieci anni
di carriera, gli Ha Ha Tonka hanno mantenuto un immutato livello di sincerità,
cosa che permette loro di essere credibili anche in questa nuova dimensione
“mainstream” e, forse, hanno finalmente trovato l’abbrivio per un successo
commerciale atteso da troppo tempo.
VOTO: 7
Blackswan, sabato 08/01/2017
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