Nella geografia del Rock americano Athens è sempre
stata associata al nome dei B’52s e soprattutto a quello dei R.E.M.. Già ce ne sarebbe
d’avanzo per la piccola cittadina della Georgia. Non basta, perché nella prima
metà degli anni ’90, fu anche il terreno fertile sul quale germogliò la
Elephant 6, incubatrice artistica, prima che etichetta discografica, che
contribuì in maniera determinante alla crescita e all’affermazione della scena
Indie d’oltreoceano dando l’abbrivio alle carriere di band fondamentali come Olivia
Tremor Control, Neutral Milk Hotel, Apples In Stereo, of Montreal e, non
ultimi, i protagonisti di questa recensione: gli Elf Power. L’assunto
programmatico del collettivo “E6” prevedeva pochi orpelli produttivi
(registrazioni domestiche e filosofia DIY) unitamente alla ricerca di un
pubblico di tutte le età con canzoni durevoli nel tempo. Facile a dirsi! Nella
realtà dei fatti, l’assidua frequentazione dei luoghi classici del Rock (una
vera e propria venerazione per i Beach Boys, i Beatles e i Byrds), avendo
contezza dei mutamenti stilistici di quegli anni messi in atto da band come Pavement,
Guided By Voices e Yo La Tengo. Anche gli Elf Power di Andrew Rieger e Laura
Carter riuscirono a dar vita ad un sound originale e carico di reminiscenze a
cui sono rimasti fedeli per tutto l’evolversi della loro storia senza mai mollare
un centimetro alle mode passeggere. Creatures
(2002), Walking With The Beggar Boys
(2004) oppure il magnifico Back To The
Web (2006) sono lì a testimoniarlo, piccoli grandi capolavori Pop/Rock tra
i più seducenti di tutto il decennio. Altro lavoro importante, anche per il suo
portato emotivo, Dark Devolopments
(2008) scritto in collaborazione con l’amico e concittadino Vic Chesnutt, il
talentuoso e sfortunato songwriter scomparso pochi mesi dopo l’uscita
dell’album.
Tornando a tempi più recenti l’ultimo Sunlight On The Moon del 2013 aveva lasciato
la sensazione di una band arrivata al capolinea - impegnati più sulla conservazione
dei 150 acri che la fondazione Elephant 6 / Orange Twin ha acquistato anni fa alle
porte di Athens per dar vita ad una comunità autosufficiente e massivamente
ambientalista - che non sulla prosecuzione della carriera musicale. Ora, del
tutto inaspettata, la smentita: un disco nuovo di zecca, quattordici brani
originali che, come ai bei tempi, commuovono e divertono in egual misura.
Dentro, tutto il sapere compositivo di Rieger e compagni che si concretizza con
un’alternanza di ballate agrodolci e vivace Power Pop. Protagoniste le chitarre
elettriche (All Things Combined),
acustiche (Cold Vines), slide (The Cat Trapped in the Wall), gli altri
strumenti dosati con misura e leggerezza. Il trittico d’apertura rivaleggia con
i pezzi pregiati del repertorio dei cinque georgiani, la struggente Halloween Out Walking, i sussulti
ritmici della rockeggiante Ten Dollars On
The Ground, poi Watery Shreds, trepidazioni
per pianoforte e distorsioni chitarristiche che rimandano alla memoria il
Robert Wyatt di Shleep. Tra le altre
perline del disco la caustica e melodiosa title track, le psichedeliche e beatlesiane
In A Room e Withered Husk e, infine, Melted
Down, il marchio di fabbrica degli Elf Power: volume dell’ampli sotto controllo
ed intelligenza Pop. Non rimane che consigliare l’ascolto di Twitching In Time, il ritorno sulle
scene di uno dei gruppi indispensabili per assimilare l’intima essenza del Rock
indipendente americano più autentico e coinvolgente.
VOTO: 8
Porter Stout, venerdì 12/05/2017
Nessun commento:
Posta un commento