La Southern Avenue
attraversa Memphis (Tennesse) da est a ovest, fino a prendere il nome di
McClemore Avenue, la strada dove si trova Soulville, ovvero il palazzo della
Stax Records. Questo gruppo di esordienti ha voluto chiamarsi proprio così,
Southern Avenue, come a voler rimarcare orgogliosamente le proprie radici e ha
tracciare un’immaginaria retta che congiunge la grande tradizione nera della
celebre label alla proposta musicale contenuta nel loro primo album. Soul,
blues, funky e gospel sono le frecce all’arco della band capitanata dalla
vigorosa vocalist Tierinni Jackson: un sound che pesca a piene mani dal passato
Stax (etichetta che produce l’album) rivisitato però in chiave moderna. Nati
come blues band fondata dal chitarrista Ori Naftaly, i Southern Avenue hanno
progressivamente mutato suono, cambiando la line up originaria, con
l’inserimento della sorella di Tierinni, Tikyra Jackson, alla batteria, Daniel
McKee al basso e Jeremy Powell alle tastiere. E’ stato soprattutto l’influsso
delle due sorelle Jackson che, come da miglior tradizione, sono cresciute
cantando nel coro di una locale chiesa, ha influenzare il nuovo corso del
gruppo. Don’t Give Up, posta a inizio disco, chiarisce subito la qualità della
proposta: call and response come nel più classico dei gospel, attitudine rock,
i modi ruvidi di Thornetta Davis e l’estensione impressionante di Tierrinni,
che affonda nei padiglioni auricolari come una sirena spiegata nel cuore della
notte. What Did I Do, con un lick di chitarra rubato a Sweet Jane di Lou Reed,
è southern soul al 100%, mentre il funky di Slipped, Tripped, And Fell In Love,
reinterpretazione efficacissima di un vecchio brano di Ann Peebles (l’originale
lo trovate su Straight From The Heart del 1972) possiede un groove pazzesco e
tutti i numeri per trasformarsi in una hit da dance floor. La band, tuttavia,
dimostra di essere a proprio agio anche quando i ritmi rallentano, come in It’s
Gonna Be Alright e, soprattutto, nella ballata Love Me Right, impreziosita da
un arrangiamento di fiati curato da Marc Franklin (sessionista già alla corte
di Lucero, Melissa Etheridge e Wu-Tang Club) e da una performance vocale di
Tierinni trasportata da vibrante romanticismo. In scaletta, a sottolineare
anche un’attitudine a imbastardire il suono contaminandolo con le radici
bianche del sud (a dare manforte alla band c’è Luther Dickinson dei North
Mississippi Allstars), ecco l’up tempo country shuffle di 80 Miles From Memphis
e il rock-soul ad alta infiammabilità di No Time To Lose. Chiude il cerchio
Peace Will Come, che suggella un album fantastico rinnovando la devozione
iniziale per il gospel e per quel suono nato nelle chiese del sud, dove la musica
soul conobbe le sue primordiali origini. I Southern Avenue stanno insieme da
pochissimo tempo, eppure questa band, che ha la sua forza nel collettivo, dimostra
di essere rodatissima e di conoscere a menadito la grande tradizione afroamericana,
a cui porta in omaggio una trascinante energia e un piglio interpretativo che
sposta verso l’alto l’asticella dell’originalità. Nessun passatismo dunque, ma
un rilettura moderna e personale di un grande classico. A tutt’oggi, miglior esordio
del 2017.
VOTO: 8
Blackswan, martedì 02/05/2017
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