Provenienti da San Francisco
e attivi nella Bay Area fin dal 2014, anno in cui pubblicano il loro primo full
lenght, Sake Of The Sound, i Front Country sono una delle realtà più
interessanti di quel movimento che viene chiamato progressive bluegrass o newgrass.
Una musica ibridata per sua stessa natura, che prende le mosse dalle radici, utilizzando
gli strumenti tradizionali (mandolino, banjo, chitarra acustica e violino), per
poi fondere, in un contesto roots, sonorità più disparate, che vanno dal pop al
soul al jazz e addirittura alla musica classica. Ognuno dei membri dei Front Country ha portato,
quindi, nella band la propria esperienza musicale: Adam Roszkiewicz è un
mandolinista con un bagaglio di formazione classico, il chitarrista Jacob Groopman
ha militato in gruppi rock, il bassista Jeremy Darrow possiede un retroterra
jazz, il violinista Leif Kalstrom si è fatto le ossa suonando electro pop e
honky tonk, mentre la leader, cantante e polistrumentista, Melody Walker, è
cresciuta ingerendo dosi massicce di soul. Il tutto viene frullato in questo
brillante sophomore e nelle dodici canzoni che compongono la scaletta del disco:
un album che farebbe pensare ai Punch Brothers se non fosse che i Front Country
smussano gli angoli più ostici e sperimentali ricamando melodie pop di presa
immediata. Una tecnica straordinaria (Leif Kalstrom è un violinista coi contro fiocchi),
gli strumenti sbrigliati (i Front Country stanno sul palco come una jam band
elettrica) e la voce intensa e versatile della Walker sono le peculiarità principali
di una band che possiede numeri d’alta scuola ed è pronta a sfondare anche a livello
commerciale. Lo testimoniano alcune canzoni del lotto, come If Something Breaks,
il cui retrogusto chiama alla memoria i Fleetwood Mac, e G.L.Y.P., due ballads
assassine che possiedono un tiro radiofonico pazzesco. Se è vero che la
naturale predisposizione alla melodia orecchiabile è uno degli elementi più
marcati di Other Love Songs, i Front Country dimostrano, tuttavia, di conoscere
a menadito il loro retroterra bluegrass, piazzando in scaletta due cover
superbe: lo swamp blues di Storms Are On The Ocean dei The Carter Family e le
fragranze celtiche di Millionaire, rilettura nostalgica di un brano di David
Olney. Un altro paio di ballate dolcemente malinconiche (Keep Travellin’ e
Undone) sugellano un disco pressoché perfetto, che farà la gioia di tutti gli
appassionati di newgrass, movimento che, a tutt’oggi, pare godere di un’inaspettata
vitalità e di ottima salute.
VOTO: 7
Blackswan, giovedì 15/06/2017
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