Un nome che a noi non dice nulla, ma che in Australia
comincia a girare con insistenza, e' quello di Meg Mac, al secolo Megan
McInerney, il cui Ep di debutto, uscito nel 2014, le e' valso, l'anno
successivo, un Aria Music Awards come Best Female Artist e un tour come spalla
di D'Angelo. Un successo che le ha aperto fin da subito le porte dei circuiti
che contano, anche se il disco di debutto sulla lunga distanza, atteso nel
2015, e' stato tenuto in cantiere fino a oggi. Registrato presso i Niles City
Sound di Fort Worth in Texas, Low Blows e' un esordio che convince a meta'.
L'impressione e' quella di trovarsi di fronte a un'artista dotata di una gran
voce, anche se non particolarmente duttile, e di un buon songwriting, ma
evidentemente troppo preoccupata di lasciare un segno nelle classifiche
nazionali (e internazionali). Le idee ci sono, e un brano come Kindness,
in assoluto la migliore del lotto, indica la strada che Meg dovrebbe
intraprendere: arrangiamenti voluttuosi, arditi cambi tempo e sonorita' soul
plasmate con coraggiosa modernita' (il primo pensiero va ai N.E.R.D. di Pharrel
Williams). Il resto del disco, invece, denota una certa insicurezza, e il
pensiero ricorrente e' quello di una musicista che potrebbe ma non vuole, che
avrebbe i numeri per azzardare, ma preferisce puntare al successo sparagnino
piu' che al bel gioco. Brani come Grace Gold e la title track, ad
esempio, puntano decisamente al passaggio radiofonico e suonano di una
banalita' sconcertante nel loro replicare senza cuore alcune formule consunte
ma evidentemente ben redditizie in termini di vendita. Meglio, allora, quando
Meg cerca la strada del pop, ma prende quanto meno delle traiettorie poco
prevedibili, come fa in Cages, puntando su una ritmica inconsueta e
richiamando alla mente certi drive pianistici alla Regina Spektor, o come nella
conclusiva Morning, in cui costruisce una breve, ma centrata, canzone,
utilizzando solo voce, piano e handclapping. Insomma, se quell'anima soul, di
cui Meg Mac e' sicuramente dotata, prendesse il sopravvento, potremmo davvero
parlare di un'artista interessante e dalle ottime prospettive. Se, invece,
l'intento e' quello di muoversi in parallelo ad Adele, musicista alla quale la
singer australiana e' stata spesso paragonata, il rischio e' di finir presto
nel dimenticatoio. Trovi un suo stile, dunque: seppur acerba, i numeri ci sono.
Voto: 6
Blackswan, domenica 06/08/2017
Nessun commento:
Posta un commento