martedì 12 dicembre 2017

Carrie Newcomer - Live At The Buskirk-Chumley Theater with Friends (Available Light Records, 2017)

Oggetto di culto in patria (lei è americana del Michigan) e praticamente sconosciuta al pubblico italiano, Carrie Newcomer è uno di quei personaggi che portare alla luce riempie il cuore di gioia. Quasi sessantenne, essendo nata nel 1958 a Dowagiac, piccolo centro dislocato in territorio algonchino, la Newcomer ha all’attivo la bellezza di sedici dischi in studio e svariate collaborazioni con alcune delle figure più interessanti dell’americana in quota rosa (Alison Krauss e May Chapin Carpenter) e non solo.

Questa produzione, però, rappresenta solo una parte della sua storia. Poetessa, filosofo, saggista, Carrie, è stata in India come ambasciatrice culturale del suo paese, ha promosso meritevoli iniziative di carattere sociale, è attivista per i diritti delle donne, ed è membro del Beuchner Institute della King University. E questa è solo una piccola parte delle attività parallele alla sua carriera di musicista (chi avesse voglia di approfondire dia un’occhiata alla lunga pagina che le è dedicata da Wikipedia Usa).

A distanza di ben trentasette anni dai primi passi mossi in ambito artistico (negli anni ’80 fece parte del gruppo pop-folk degli Stone Soup), è uscito via Available Light Records, questo Live At The Buskirk-Chumley Theater with Friend, disco dal vivo, registrato la notte del 15 ottobre del 2016 a Bloomington, Indiana. E’ questa l’occasione per gli appassionati italiani di conoscere il repertorio di una incredibile songwriter, la cui musica, come spesso accade, non è mai riuscita ad affrancarsi da un sottobosco di nicchia, nonostante la qualità della proposta. In questo disco, meravigliosamente registrato e mixato, Carrie propone gli high lights del proprio ponderoso repertorio, che si sviluppa seguendo coordinate prevalentemente folk, con piccole concessioni al pop, al blues e al gospel.

Accompagnata da una band di musicisti rodatissimi (Gary Waters al piano, Cameron Bayley alla batteria, Marta Gudmunsdottir al violoncello, Sumala Jackson al violino, Steve Mascari al basso, Brandt Smith al banjo e Jordan Tice alla chitarra e al mandolino), la Newcomer snocciola con voce morbida diciotto ballate acustiche, raccolte e intimiste, che richiamano alla mente grandi protagoniste del genere come Joni Mitchell, Patty Griffin e la citata Mary Chapin Carpenter. Lo stile, però, unico, è capace di far convivere testi impegnati e melodie toccanti e dolcissime. Grandi canzoni come You Can Do This Hard Thing, I Believe e If Not Now, che chiude la performance, sono gemme destinate a resistere nel tempo. Per chi ama sonorità classicamente folk, un disco da non lasciarsi sfuggire.

VOTO: 7,5

 

 

Blackswan, martedì 12/12/2017

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