"Questa vicenda mi lascia un senso di
tristezza addosso. Il problema non sono le dimissioni di Cancellieri. Il
problema è che è in gioco la fiducia verso le istituzioni. Io, al suo posto, mi
sarei dimessa".
Così
sentenziava Maria Elena Boschi da Laterina quando, ancora in veste di semplice
parlamentare e icona della rottamazione renziana, prendeva le distanze
dall'allora ministra della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. Correva l'anno
2013 e la futura ministra delle Riforme puntò il dito contro la Gurdiasigilli
del governo Letta, indagata dalla Procura di Roma per avere mentito ai Pm sulle
sue telefonate con Antonino Ligresti, fratello di Salvatore, arrestato insieme
alle figlie nell'ambito dell'inchiesta su Fonsai. Sono trascorsi ben 4 lustri e
ora che la "mala sorte" sembra essersi accanita contro il babbo Pier
Luigi, coinvolto nel dissesto di Banca Etruria di cui era vicepresidente, Monna
Maria Elena si chiude a riccio. A chi l'accusa di conflitto di interessi e familismo,
lancia strali a piè sospinto. E non solo. In questi giorni ha presentato una
querela (peraltro tardiva) a Ferruccio De Bortoli, "reo" di averla
accusata di una richiesta di soccorso in favore di Banca Etruria all'a.d.di
Unicredit, Federico Ghizzoni. Maria Elena respinge al mittente ogni addebito:
nessun opportunismo, nessuna trama opaca di relazioni amicali e parentali
possono esserle attribuiti, con buona pace dei tanti risparmiatori, vittime
delle azioni truffaldine dei colletti bianchi. Cancellieri allora si congedò,
ora toccherebbe alla Boschi fare i bagagli. "E' in gioco la fiducia verso le
istituzioni", disse a chiare lettere. Evidentemente anche la
sottosegretaria di Stato alla presidenza del Consiglio è stata colta nel
frattempo da amnesia selettiva. Passano gli anni, cambiano i musicanti, ma la
musica è sempre la stessa.
Cleopatra,
lunedì 11/12/2017
P.S.
Il Meglio del Peggio vi dà appuntamento a gennaio. Buone Feste a tutti.
1 commento:
SiAmo alle solite ...
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