Talvolta,
mi tocca recensire cd che, lo dico con consapevole snobismo, preferirei
utilizzare come sottobicchieri per la birra. E lo dico con altrettanta
sincerità, nonostante la mia formazione da americanista, pochi artisti
(si fa per dire) trovo tanto lontane dalla mia sensibilità come il
quarantaseienne Kid Rock. E intendo sia il personaggio che la musica che
propone. Kid Rock, per chi non conoscesse l’uomo, è uno stereotipo
sotto mentite spoglie umane, che racchiude in sé tutto il peggio
dell’estetica e della filosofia trumpiana (inutile dire che quando penso
a Trump non riesco nemmeno a immaginarlo il meglio). Guerrafondaio,
paladino delle colt pret a porter e metre a penser di tutta
quell’estetica pacchiana e consunta da far west, in cui lo zenit
dell’eleganza è rappresentato da un paio di stivali, un cappellaccio a
tese larghe e un putrido sigaraccio perennemente in bocca, Robert James
Ritchie, questo il suo vero nome, continua a imperversare con dischi
muffiti e di grana grossa. Il che è sempre meglio della realizzazione
delle sue velleità politiche (ha più volte espresso il desiderio di
candidarsi nelle fila del Partito Repubblicano), perché visto i tempi
che corrono e lo stato dell’arte della scena politica a stelle e
strisce, rischieremmo di trovarcelo senatore del Michigan, stato che
inopinatamente gli ha dato i natali. Sweet Southern Sugar è l’ennesimo
capitolo (l’undicesimo, ahimè) di una discografia che a definire
prescindibile si rischia una condanna per abuso di eufemismo. In questi
dieci brani (che, ariahimè, ho dovuto ascoltare per ben tre volte), è
racchiuso tutto il Kid Rock pensiero; il quale, tenuto conto
dell’impalpabile leggerezza del contenuto intellettuale, poteva
tranquillamente trovare requie in una sola canzone, con buona pace delle
mie e delle vostre orecchie. Invece, no. Questa nuova fatica (si fa per
dire) racchiude quanto abbiamo già dovuto ascoltare in tutti i capitoli
precedenti: oltre alla fastidiosa cifra estetica del pistolero
sbruffone col vizietto del whisky e la reiterazione parodistica perfino
delle coordinate geografiche sudiste (dal Tennesse a Memphis vengono
riproposti tutti i “luoghi comuni” della più classica cartina southern),
abbiamo a che fare con riff rubati dal repertorio di Lynyrd Skynyrd,
Outlaw e Black Crowes, tanto per citare le più ovvie fonti d’ispirazione
(Tennesse Mountain Top) , ballatone di plastica che nemmeno il più annoiato Bryan Adams (American Rock’n’Roll), hard rock caciarone e tamarro tutto muscoli e niente cervello (Greatest Show On Heart), pasticci tra funky ed elettronica (I Wonder), orripilanti rap in salsa chitarristica (Grandpa’s Jam) e insulse derive pop da FM (Sugar Pie Honey Bunch).
Il tutto sigillato in una delle più brutte copertine degli anni ’00,
sulla quale, caso strano, compare anche, per quanto stilizzata, un donna
nuda. Come a volerci ricordare che la cosa migliore che ha fatto Kid
Rock nella sua carriera è stata quella di sposare Pamela Anderson. Amen.
VOTO: 4
Blackswan, mercoledì 13/12/2017
6 commenti:
incredibile lo stavo ascoltando proprio stamane....
beh concordo con te...prescindibilissimo...ma la vera domanda e'...PERCHE ME LO HAI MANDATO??? ;))))
Spero che questo post non venga letto da Ford, fan storico di Kid Rock, che se no si incazza...
Anzi, spero proprio che lo legga. :D
@ Offhegoes: Era nel mucchio, non ci ho fatto caso :) Diciamo che ho fatto di tutta l'erba un fascio :)
@ Marco: non se la prenderà: ascolta un sacco di altra bella musica. a differenza tua, oserei dire :)))
Questo qui mi è sempre sembrato scarso, ma scarso vero.
Un'accozzaglia di luoghi comuni, veramente la caricatura di un sudista.
Secondo me uno come Max Pezzali gli mangia il riso in testa, solo che questo è americano e allora fa la star.
Me lo ricordo invitato alla premiazione del Led Zeppelin al Kennedy Center Honors, dove ha deturpato Ramble On.
L'unico pezzo della kermesse per il quale gli Zep mi sono sembrati infastiditi.
Mi sa che "sottobicchieri per la birra" ci sta tutto, ma purchè sia birra pessima.
Non sarà un geniaccio, ma a me piace sempre.
Del resto, il tamarro ammeregano un pò muscolare con quel sound anni ottanta o anche settanta con me ci sta tutto. ;)
@ James Ford: sui gusti non si discute. Ma sto disco è una vera cagata :)
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