Chris
Thile ha sigillato il 2017 con due grandissime uscite. A gennaio, ha
pubblicato Chris Thile & Brad Mehldau, uno dei dischi più belli
dell’anno (il migliore per chi scrive) in condominio con il grande
pianista originario di Jacksonville; mentre, proprio a fine anno, è
uscito con questo nuovo Thanks For Listening, primo disco solista dai tempi dell’affascinante Bach: Sonatas & Partitas Vol.1, risalente al 2013.
Non
che nel frattempo Thile non abbia fatto anche altro: oltre al disco di
duetti con Mehldau, a capo dei Punch Brothers ha pubblicato il fortunato
(sia in termini di vendite che di critica) Phosphorescent Blues (2015) e si è portato a casa, nel 2014, un Grammy Award per il miglior album strumentale con Bass And Mandolin, scritto e suonato in connubio con Edgard Meyer.
Una
produzione di livello qualitativo mostruoso, quindi, che trova la sua
ragione d’essere non solo nella tecnica sopraffina con cui Thile ha dato
lustro allo strumento del mandolino, ma in una versatilità che ha
davvero pochi eguali al mondo e che ha permesso (e permette) al
singer-songwriter californiano di cimentarsi con successo in svariati
generi che vanno dal progressive bluegrass alla classica, dal jazz al
pop. A ulteriore conferma di quanto detto, Thanks For Listening
rappresenta l’ennesimo volto artistico di Thile: il disco, infatti, è
una raccolta di canzoni scritte da Chris per il popolarissimo programma
radiofonico del sabato sera A Prairie Home Companion.
Ogni
settimana, Thile, componeva una nuova canzone per l’apertura dello show
e la eseguiva dal vivo con la house band del programma e con alcuni fra
gli ospiti di turno. Il risultato di quelle esecuzioni è riproposto in
una scaletta di dieci brani per quarantacinque minuti di durata, in cui
Thile si cimenta in tutti gli strumenti a corda (a eccezione del basso,
nelle mani di Alan Hampton, e della viola, suonata da Nadia Sirota) ed è
coadiuvato da Ted Poor (che suona la batteria in cinque pezzi e che,
come Hampton, proviene dalla touring band di Andrew Bird) e da trevoci
femminili d’eccezione, quelle di Sarah Jarozt, Aoife O’Donovan e Gaby
Moreno.
Il disco è una summa del “Chris Thile pensiero”
in cui confluiscono, come si è accennato a inizio articolo, svariati
generi musicali (anche se nello specifico la dimensione pop prevale),
arrangiamenti e costruzioni melodiche fuori dall’ordinario e,
soprattutto, splendide armonie vocali, perfettamente calibrate
nell’interplay fra il falsetto sghembo del mandolinista e i tre distinti
timbri femminili.
Una scaletta emozionante, anche se non sempre di facile assimilazione (le scale e i virtuosismi di Modern Friendship sono cosa per palati fini), e che ha i suoi picchi in Thank You, New York, il cui crescendo esplode in un ritornello pop dalla melodia irresistibile, in Stanley Ann, nostalgica sonata per pianoforte ed elogio alla presidenza di Obama, e in Falsetto,
autentico colpo di genio in cui riescono a convivere strumenti
acustici, elettronica, Radiohead e un ritornello quasi ballabile. Thanks For Listening
è l’ennesima grande prova di un musicista irrequieto e in continua
esplorazione, capace di sfruttare il proprio talento e la propria
formazione classica per uscire dagli schemi e concepire un suono
moderno, inusuale, sempre all’avanguardia. Thanks For Singing, mr.
Thile!
VOTO: 8
Blackswan, giovedì 11/01/2018
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