Silvietto ci aveva
avvertiti. Da irriducibile lottatore qual è, dopo un breve pit-stop per
l'affaticamento dovuto alla febbrile campagna elettorale, l'ex Cavaliere è di
nuovo in pole position. "Il nonno sta bene. Farà vedere a tutti i
sorci verdi". E c'è da credergli se a quel fiuto ineguagliabile
nell'individuare il cavallo di battaglia della campagna elettorale, si
aggiungono una dose massiccia di spregiudicatezza e capacità di persuasione da
abile venditore porta a porta. Silvietto ha intuito che con l'immigrazione ha
tra le mani un full di assi. Il prossimo 4 marzo, la premiata ditta
Berlusca-Salvini-Meloni può persino conquistare un posto al sole, facendo fin
d'ora leva sull'insicurezza e sulla crescente paura degli italiani.
Complici la chiarezza del messaggio, l'abilità innata dell'ex Cavaliere nello
spostare il focus dal tema del revanscismo di matrice fascista a quello
dell'immigrazione incontrollata, le contraddizioni di tutti gli altri attori
politici (Movimento 5 Stelle, in testa) e la cronaca nera. Con un tempismo
quasi perfetto, i fatti di Macerata sembrano aver fatto da detonatore: sono
bastati un omicidio efferato in una tranquilla (si fa per dire) cittadina di
provincia e un giustiziere fascista di 28 anni per accendere gli animi e
infiammare il dibattito. La connotazione della campagna politica è fin troppo
evidente. Ci si gioca tutto, o quasi, sul tema dell'immigrazione. Inutile
negarlo, c'è un disagio diffuso, un malessere profondo che serpeggia nel Paese.
La sindrome di accerchiamento tra la gente è palpabile. Si avverte ormai
ovunque, specie nelle periferie. Il rischio concreto è che anche coloro che
predicano solidarietà e accoglienza agli immigrati, nella segretezza dell'urna,
possano lasciarsi sedurre dal canto delle sirene di una destra xenofoba e
razzista. E allora, avremmo la dolorosa conferma che la storia non ha insegnato
nulla.
Cleopatra, lunedì
12/02/2018
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