Per
celebrare lo straordinario momento di forma e di creatività che sta
vivendo, Beth Hart ha pubblicato un nuovo album dal vivo, a distanza di
ben tredici anni dal precedente e bellissimo Live At Paradiso. Questa
volta, però, Beth balla da sola, senza cioè il suo ultimo pigmalione
artistico, Joe Bonamassa, e si fa accompagnare dalla propria backing
band, composta dall’ottimo chitarrista Jon Nichols, dal bassista Bob
Marinelli e dal batterista Bill Ramson.
Registrato
la sera del 7 marzo 2017, presso l’Iridium Jazz Club di New York, Front
And Center contiene prevalentemente brani tratti dal nuovo album Fire
On The Floor oltre ad alcuni classici estrapolati dalla corposa
discografia della cantante losangelina.
Il
disco, che suona decisamente meno rock del suo predecessore, offre una
performance più variegata, in cui la Hart sfodera tutto il suo
repertorio vocale, toccando generi diversi (blues, soul, rock) e
alternando brani acustici ad altri decisamente più sferzanti. Se è vero
che il recente Fire On The Flood suonava come il disco della definitiva
maturità artistica e si poteva annoverare come il miglior full lenght in
studio pubblicato fin dai tempi del leggendario Immortal, con questo
live la Hart conferma di aver ulteriormente migliorato la propria
caratura di interprete, avendo sgravato in buona parte la voce da quel
timbro da urlatrice seriale che talvolta suonava come un limite tecnico
di un’ugola diversamente capace di grande versatilità.
Ecco,
allora, che in scaletta si alternano momenti assai intimi ed
introspettivi, come la struggente chiosa lasciata alla bellissima No Place Like Home, la dolcezza pianistica vagamente jazzy di As Long As I Have A Song o le malinconie notturne di una coinvolgente e ed emozionante Leave The Light On, forse la miglior performance vocale della serata, ad altri brani decisamente più robusti.
Il rock blues muscolare di Delicious Surprise
(grande assolo alla chitarra di Nichols), ad esempio, fotografa tutta
la potenza e l’estensione di una voce che gioca anche al call and
response con il pubblico pagante, in un siparietto dal sapore
decisamente seventies, così come nell’incandescente finale, che vede
l’ospitata di Sonny Landreth in due brani, Beth sfodera zampate e ringhi
da autentica rocker, infiammando il rock’n’roll dispiegato in favore di
slide di Can’t Let Go o il riff hard rock della nerboruta For My Friends. Fra i quindici brani del lotto, la Beth ripesca dal lontanissimo passato di Immortal (1996) la splendida Isolation,
di cui offre una suntuosa versione acustica, e propone anche quello che
a mio avviso è uno dei suoi brani più belli di sempre, la dolente,
notturna e jazzata Love Gangster, tratta da No Place Like Home.
Front
And Center, nella cui confezione trovate anche il dvd del live act,
conferma Beth Hart come una delle voci più appassionate del panorama
rock blues in quota rosa (e questo già lo sapevamo), ma dimostra anche
che la songwriter losangelina ha trovato una propria definitiva
dimensione anche lontana dal fortunato pigmalione artistico con
Bonamassa. La celebrazione di una definitiva rinascita, dunque, che
reindirizza verso picchi di qualità una carriera, soprattutto nella
prima parte, non sempre all’altezza dell’indubbio talento della
sanguigna Beth.
VOTO: 7,5
Blackswan, giovedì, 03/05/2018
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