Forse non aveva poi tutti i torti il "verde"
Matteo, quando qualche giorno fa evocò la necessità di chiamare un medico. Per
la intricata situazione politica italiana ci vorrebbe perlopiù uno
strizzacervelli, uno di quelli con gli attributi, tanto per capirci. Con una
squillante rapidità da fare invidia a Beep Beep, nel giro di poche settimane si
è passati dall'infelice accostamento dei grillini a Hitler per approdare a una
"benevola astensione" alla nascita del governo targato Salvini-Di
Maio. Silvietto ha detto sì, come l'Uomo del Monte, salvo poi correggere la
rotta nelle ultime ore, prediligendo la linea di tenersi le mani libere.
Figurarsi ora che è pure fresco di riabilitazione. Silvietto è di nuovo candido
e candidabile: una nemesi per l'ex Cavaliere che lascia intendere una rentrée
in grande spolvero. Quindi i Salvini e i Di Maio sono avvisati. Lo scenario è
mutevole di minuto in minuto: le opinioni cambiano nel giro di un nano secondo.
Per l'instancabile fornaio Luigi, Silvietto da male assoluto è stata
derubricato a persona a cui non sarà posto alcun veto. Come a dire, che la
legge sul conflitto di interessi può attendere come il paradiso. Di Maio è
mobile, qual piuma al vento. Da mobile a immobile, come il PD o quel che ne
resta. Chiusi nel proprio guscio a scornarsi tutto il dì, si ingozzano di pop
corn per volere del dimissionario Matteone che resta accomodato nella stanza
dei bottoni. E rilancia: "Hanno promesso tante cose...chiederemo conto
delle loro bugie elettorali", scrive baldanzoso sulla pagina Facebook.
A proposito di balle: ma non era lui quello del "se perdo, lascio la
politica"?
Cleopatra, lunedì 14/05/2018
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