Che Luigi Di Maio
e Matteo Salvini vengano dipinti dalla stampa estera come il dottor Peste e
dottor Colera fa un po' inarcare il sopracciglio. Tanto più se l'Italia sia
stata metaforicamente rappresentata da un'ape car, il cui guidatore fa il gesto
dell'ombrello mentre si lancia da un burrone. Che piaccia o no ai nostri
amici europei ed europeisti di ogni ordine e grado, Lega e Movimento 5 Stelle
sono stati premiati dal consenso popolare con regolari elezioni, e se l'adagio
latino "vox populi, vox Dei" ha ancora un significato, i Financial
Times, gli Economist, i Frankfurter Allegemeine e tutti i detrattori del caso,
se ne facciano una ragione. Ognuno per sé e Dio per tutti, verrebbe da dire. Ma
il punto non è se un perfetto sconosciuto come il Premier incaricato, Giuseppe
Conte, abbia "abbellito" il curriculum, prenda il taxi per
recarsi al Quirinale o non abbia pagato il tesseramento al circolo dei
Canottieri Aniene di Roma, notizia quest'ultima smentita dal sito Dagospia con
tanto di scuse. Il vero focus della discussione è la paura di un cambiamento
epocale, di una "primavera italiana" che fa tremare le vene ai polsi
a tutti coloro che della conservazione hanno fatto la propria cifra stilistica.
A cominciare dall'establishment, per finire a una classe politica ormai in
avanzato stato di decomposizione. C'è voluta un'elezione per rivitalizzare gli
animi sopiti. Persino il taciturno Mattarella pare essersi improvvisamente
rianimato dal torpore acquiescente con cui ha accompagnato il
"pontificato" di Sua Maestà Matteo da Rignano. Il nostro Presidente
della Repubblica, da europeista irriducibile qual è, da una fase di proverbiale
bonomia è divenuto improvvisamente un ciarliero bastian contrario. Il casus
belli è la nomina del ministro Paolo Savona al dicastero dell'Economia. Tanto
rumore perchè il candidato si è "permesso" di esprimere qualche
perplessità sull'attuale concetto di Unione Europea, prediligendo la via di una
discussione chiara con gli interlocutori europei e depurata dalla retorica
pelosa che ha caratterizzato gli ultimi governi. La partita è tesa e il governo
appeso a un filo. Intanto, prima di agitare inutili spettri, giudichiamo chi si
appresta a governare dalle azioni. Il resto è aria fritta.
Cleopatra, lunedì 28/05/2018
1 commento:
Mattarella è arrivato ad un tale livello di superamento delle sue prerogative istituzionali da far impallidire il ricordo di Napolitano.
E ho detto tutto.
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