Settembre
1938. Hugh Legat è uno degli astri nascenti del Servizio diplomatico
britannico e lavora al numero 10 di Downing Street come segretario
particolare de l primo ministro, Neville Chamberlain. L’aristocratico
Paul von Hartmann fa part e dello staff del ministero degli Esteri
tedesco ed è in segreto un membro della cospirazione anti-Hitler.
I
due uomini, che si erano conosciuti e frequentati a Oxford, non si sono
più vi sti né sentiti per sei anni, fino al giorno in cui le loro
strade si incrociano nuovamente in circostanze drammatiche in occasione
della Conferenza di Monaco, u n momento cruciale che definirà il futuro
dell’Europa.
Entrambi
si ritroveranno di fronte a un grave dilemma: quando sei messo alle
strette e il rischio è troppo alto, chi decidi di tradire? I tuoi amici,
la tua famiglia, il tuo paese o la tua coscienza?
Nella
tradizione di Fatherland, che ha reso famoso Robert Harris in tutto il
mondo, Monaco è un romanzo di spionaggio basato sui fatti reali che
hanno cambiato il corso della storia, che parla di tradimento, coscienza
e lealtà ed è ricco di dettagli e figure chiave dell’epoca - Hitler,
Chamberlain, Mussolini, Daladier -, raccontati in maniera vivida e
cinematografica.
L’idea
di scrivere un romanzo sulla conferenza e l’accordo di Monaco (1938),
nasce trent’anni fa, quando Robert Harris curò per la BBC il
documentario God Bless You, Mr. Chamberlain, che aveva lo scopo
di ricostruire dettagliatamente quell’evento, allo scoccare del suo
cinquantesimo anniversario. E’ questo importante episodio storico,
infatti, lo spunto e il corpo centrale di Monaco, un libro che,
pur romanzando i fatti, si propone soprattutto di fare luce sugli
avvenimenti immediatamente precedenti lo scoppio della seconda guerra
mondiale.
Corre
l’anno 1938, e Hitler, che scalpita per espandere l’egemonia tedesca
verso l’est dell’Europa, dopo aver annesso l’Austria, minaccia di
invadere la Cecoslovacchia, allo scopo di conglobare i territori dei
Sudeti, la cui popolazione è prevalentemente di lingua germanica. Il
primo ministro Chamberlain, per scongiurare la guerra (Francia e
Inghilterra sarebbero dovute intervenire a fianco della Cecoslavacchia),
grazie ai buoni offici di Mussolini, riesce a organizzare un incontro a
Monaco fra i Capi di Stato interessati, allo scopo di firmare un
trattato che preveda un’annessione pacifica alla Germania dei territori
oggetto di disputa.
Il trattato sarà firmato, ma passerà alla storia come esempio della nefasta politica di "appeasement"
(riappacificazione), che consentì alla Germania di rinforzarsi
territorialmente e militarmente, e di acquisire la sicurezza necessaria
per l'implementazione dei propri successivi piani di conquista militare.
Un apparente successo diplomatico, ma in realtà una grave sconfitta
strategica, che fece dire a Winston Churchill (che di li a breve
sostituirà Chamberlain, gravemente malato): “Dovevate scegliere tra la guerra ed il disonore. Avete scelto il disonore e avrete la guerra.”
Robert
Harris, da studioso preparato qual è, costruisce un romanzo dai tempi
dilatati, che centra maggiormente la propria attenzione sull’avvenimento
storico, raccontando con dovizia di particolari, il susseguirsi, anche
convulso, dei fatti che portarono alla conferenza di Monaco, e lo
svolgimento di quei due giorni di febbricitanti trattative che
riuscirono, seppur temporaneamente, a procrastinare un conflitto che,
successivamente, avrebbe devastato il cuore dell’Europa. La narrazione
di fantasia, quella più prettamente legata al genere thriller è, invece,
marginale: non ci sono grandi colpi di scena, e anche le figure dei due
protagonisti, Hugh Legat e Paul von Hartmann, hanno poca profondità e
sono tratteggiate senza adeguata attenzione allo spessore psicologico.
La lettura, tuttavia, resta piacevolissima e sono molti i passaggi che
suscitano interesse soprattutto in quei lettori più affascinati dalla
Storia che dall’azione.
Blackswan, martedì 29/05/2018
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