Difficile
fare musica ed essere credibile quando si indossa un cognome come
quello di Cash. Nascere all’ombra di cotanto padre e vivere nel continuo
paragone con la sua leggenda, è sicuramente stato d’aiuto a Rosanne per
affacciarsi allo star system e ritagliarsi un importante fetta di
pubblico e di visibilità; alla lunga, però, una così rilevante
parentela, qualche problema lo crea.
Non
è un caso, quindi, che la figlia di Johnny Cash, dopo gli inizi votati
alla musica country, nel nuovo millennio si sia progressivamente
staccata dalla tradizione famigliare, per intraprendere una seconda
parte di carriera votata al verbo dell’Americana. Una nuova vita
artistica, dunque, culminata quattro anni fa con lo splendido The River & The Thread,
un'opera al contempo musicale e letteraria, che come le anse di un
fiume o il dipanarsi di un filo di lana, ricongiungeva luoghi storici
del profondo sud degli States, dalla Lousiana al Tennesse, dalla Georgia
all'Alabama, ponendo al centro della narrazione le tradizioni, i
profumi e i luoghi della memoria, dai campi di battaglia ai cimiteri,
dagli studi della Sun Record in Memphis alla tomba di Robert Johnson,
fino alla cittadina di New Albany, nel Mississippi, dove nacque il Nobel
William Faulkner.
She Remembers Everything
sposta il baricentro delle liriche su temi maggiormente intimi e
personali, anche se da un punto di vista musicale la sostanza non
cambia, a partire dalla collaborazione in fase di produzione di John
Leventhal (coadiuvato da Tucker Martine), marito della Cash, e dalla
presenza di ospiti d’eccezione, quali Kris Kristofferson (già presente
nel precedente lavoro) ed Elvis Costello.
Americana,
dunque, e ballate agrodolci, morbide, rilassate, appena punteggiate da
qualche momento leggermente più elettrico, che fanno di questo She Remembers Everything
un disco forse prevedibile, perché relegato in quella comfort zone a
cui Rosanne ci ha ormai abituati, ma a tratti decisamente emozionante.
La
classe, come si dice, non è acqua e la Cash ne ha da vendere, sia
quando sfiora il cielo al crepuscolo con i vapori malinconici di The Only Thing Worth Fighting (superbo il lavoro alla chitarra di Tim Young), o si raccoglie nel ricordo nostalgico dei genitori nella struggente Everyone But Me, o accelera il passo nella rockeggiante 8 Gods Of Harlem, in duetto con Kris Kristofferson ed Elvis Costello.
Tutto
come da copione e tanto mestiere, certo, ma anche la conferma di una
straordinaria musicista, che ha saputo trovare lo scarto necessario per
spossessarsi del proprio ingombrante passato, e intraprendere una strada
parallela, percorsa sempre con stile e passione.
VOTO: 7
Blackswan, giovedì 29/11/2018
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