"Se
qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare
un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona.
Non ho mai avuto così tanta voglia come stasera di combattere per un Paese
diverso e per una giustizia giusta. Chi ha letto le carte dice che di questa
storia si parlerà a lungo e che siamo davanti a una decisione
assurda".
Non evoca
complotti ne' trame oscure, ma e' un Matteo Renzi colpito da berlusconite,
un virus contagioso dagli effetti micidiali. L'ex premier ritorna al centro del
mirino dopo il polverone scatenato dal provvedimento giudiziario che ha posto i
suoi genitori agli arresti domiciliari per via dell'accusa di bancarotta
fraudolenta. È tuttavia un Renzi dimezzato, pur sempre dotato di un egotismo
straripante, ora più che mai voglioso di dare zampate qua e là. Ma sembra fin
troppo chiaro che si tratti di un felino dalle unghia spuntate.
La persecuzione
giudiziaria che a suo dire si sarebbe scatenata per colpirlo politicamente, per
certi versi lo accomuna all'altra "vittima" illustre. Ma mai
confondere il sacro col profano: Silvietto anche in questo, è, e rimane, il
primo della classe. In quanto a vittima della giustizia, secondo l'ex
Cavaliere, gli altri sono semplici dilettanti. Ubi maior, minor cessat. Dunque,
Renzi si è definitivamente berlusconizzato: "Se non avessi fatto
politica, i miei genitori starebbero a godersi la pensione". Si
tratta di una vittima o di un caso di vittimismo condito da una certa dose di
arroganza? La risposta è intuitiva: un leader giunto al crepuscolo politico che
si professa perseguitato dimostra piccineria e narcisismo. E purtroppo, come
spesso accade, l'ignoranza parla e l'intelligenza tace.
Cleopatra, lunedì
25/02/2019
Nessun commento:
Posta un commento