Da che mondo è mondo l'occasione fa l'uomo ladro e
anche all'interno del Movimento 5 Stelle il virus del malaffare si è insinuato.
Tutto il mondo è paese, non abbiamo di certo scoperto l'acqua calda.
Il cedimento alle lusinghe del potere è una costante a
cui solo una sparuta minoranza sa resistervi e fare finta che non sia così è da
ipocriti. Però, nel pasticciaccio brutto dell'arresto del Presidente del
consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito, occorre fare qualche distinguo.
Un conto è constatare che simili incidenti di percorso
possono accadere anche nelle migliori famiglie, altro è atteggiarsi a
bacchettoni, come fanno il Pd e la stampa "amica", che puntano con
compiacimento il ditino contro un partito che dell'onestà ha fatto il proprio segno
distintivo. È il solito sport del godere delle disgrazie altrui dimenticandosi
consapevolmente della spazzatura in casa propria.
Una cosa va detta per l'onore della cronaca: De Vito è
stato espulso da Movimento 5 Stelle in un nanosecondo e il fatto non è per nulla
trascurabile. Anzi, il beau geste dovrebbe essere preso come esempio da coloro
che hanno dimostrato di essere immunodeficienti al virus della immoralita'.
Sottolineo dovrebbe, ma sappiamo come è andata a finire in certi casi. Pensiamo
ai Verdini, ai Dell'Utri, ai Bossi, ai Penati e la lista potrebbe allungarsi.
Da sinistra a destra, la questione morale riguarda tutti indistintamente.
E se la stampa, certa stampa, è colta da amnesia
"selettiva", ricordo che non tutti gli italiani hanno la memoria
corta. Prima o poi i nodi vengono al pettine. Per tutti. E chi oggi si
scandalizza, impari a riflettere prima di parlare a vanvera.
Cleopatra, lunedì 25/03/2019
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