Se
sei stato uno sbirro una volta, lo sarai per sempre. Vale per Jackson
Lamb e i suoi uomini, “i Brocchi”: un branco di agenti segreti che
l’intelligence ha allontanato perché avevano commesso qualche errore
imperdonabile o coltivato un vizietto di troppo, senza però riuscire mai
ad azzopparli del tutto. E vale per Dickie Bow. Un vecchio leone, per
giunta cresciuto allo “zoo” di Berlino in piena Guerra fredda. Un’ombra
capace di infiltrarsi ovunque, di stare alle calcagna del suo target per
mesi e carpirne i segreti. Almeno finché non viene trovato morto su un
autobus vicino a Oxford. Jackson Lamb è stato a Berlino con Dickie prima
della caduta del Muro. E ora possiede il suo cellulare e il suo ultimo
segreto, oltre a sospettare che qualcuno stia escogitando un’operazione
in vecchio stile sovietico proprio nella tana del lupo, in piena Londra e
sotto al naso dei servizi segreti. La perfetta occasione di riscatto
per i Brocchi.
C’è
una tempo in cui le spy story andavano di moda; poi, con la distensione
dei rapporti fra occidente e Russia e con lo spostamento del focus sul
Medio Oriente, il genere ha perso progressivamente appeal. Quando però
trovi autori come Mick Herron, che sanno attualizzare temi ormai desueti
come quello della guerra fredda, ti verrebbe quasi voglia di non
leggere altro.
In
una Londra in subbuglio a causa di una serie di manifestazioni di
protesta contro il sistema bancario, lo scorbutico Jackson Lamb e la sua
squadra di spie, costrette a mansioni secondarie, indagano sulla strana
morte di un ex agente dell’MI5. Si troveranno ben presto a fare i conti
con un pericolosissimo complotto operato da cellule dormienti dei
servizi segreti sovietici.
Mick
Herron crea un intreccio pressoché perfetto, dimostrando di saper
gestire i tempi narrativi e di saper piazzare i colpi di scena in modo
tale da carpire con continuità l’attenzione del lettore, conducendolo,
in un crescendo rossiniano, verso un finale convulso e appassionante.
La
miglior freccia all’arco di Herron, però, resta la scrittura,
essenziale ma al contempo ricca di immagini, e attraversata da un
sottile filo di ironia, che non viene mai meno nemmeno nei passaggi più
drammatici del romanzo. Ne derivano, quindi, personaggi credibili, vivi e
meravigliosamente tratteggiati sotto il profilo psicologico (Jackson
Lamb prenderà lentamente forma davanti ai vostri occhi) e una serie di
dialoghi arguti e intelligenti, e soprattutto, mai banali.
Insomma, se il genere vi appassiona e siete alla ricerca del nuovo John Le Carrè, In Bocca Al Lupo è il libro che fa per voi.
Blackswan, venerdì 26/04/2019
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