martedì 7 maggio 2019

DURAND JONES & THE INDICATIONS - AMERICAN LOVE CALL (Dead Oceans, 2019)

Originario di Bloomington (Indiana), Durand Jones aveva attirato l’attenzione della stampa tre anni fa con la pubblicazione dell’omonimo esordio, un disco che recuperava un suono clamorosamente vintage, declinandolo però con attenzione filologica, freschezza ed esuberanza.
Lasciata decantare l’attenzione mediatica per un tempo, direi, ragguardevole, oggi Jones, sempre affiancato dai suoi Indications (Aaron Frazer, voce e batteria, nonché co-produttore e co-autore dei brani, Blake Rhein, chitarra, Kyle Houpt, basso, e Steve Okonski, organo e piano) torna con questo American Love Call, degno seguito del suo predecessore ed ennesimo tributo alla black music anni ’70, che è l’evidente riferimento stilistico di tutte le dodici tracce presenti in scaletta.
Anche all’ascoltatore più distratto, infatti, non sfuggiranno i numi tutelari che hanno benedetto questo disco e che rappresentano sia la forma che la sostanza di cui si compone la musica di Jones: Curtis Mayfield, Marvin Gaye, Smokey Robinson e Bill Withers, sopra tutti.
Non c’è solo citazionismo, ovviamente, perché gli Indications girano a mille, suonano sul velluto e innervano le canzoni anche di una vibrante tensione: l’opener Morning In America, coi suoi riferimenti di attualità politica, il suo groove intenso e quell’assolo di chitarra in acido che chiude il brano, è infatti un numero da autentici fuoriclasse.
Tuttavia, bisogna anche dire che se gli arrangiamenti delle canzone sono davvero azzeccati e la voce di Jones è di quelle che scorticano la pelle (ascoltare l’ottima performance in Don’t You Know), il disco suona però un filo monocorde, proponendo un canovaccio noto, talvolta senza quell’emozione o quei guizzi di originalità che fanno la differenza rispetto al sound originale a cui la band si ispira (True Love).
Certo, c’è l’evidente devozione per un’epoca e la volontà di riproporre senza troppi artifici il suono bello di una stagione importante, cosa che il più delle volte risulta vincente e permette a Jones e ai suoi di cogliere il centro del bersaglio. Ecco, allora, ottime canzoni, come Court Of Love, classicissimo ballatone strappamutande, il fluire pimpante della splendida Long Way Home, o il retrogusto agro dolce dell’appassionata Listen To Your Heart, con il contrappunto dei cori magnificamente gestito.
In definitiva, American Love Call è un buon lavoro, di quelli che si ascoltano con piacere, trovando tra una canzone e l’altra anche picchi di autentica emozione. Resta solo il dubbio che con un po' di coraggio in più e qualche scarto dall’ovvio, questo avrebbe potuto essere un signor disco, di quelli che segnano l’annata e puntano dritti alla top ten di fine anno.

VOTO: 7





Blackswan, martedì 07/05/2019

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