giovedì 13 giugno 2019

LEFT LANE CRUISER - SHAKE AND BAKE (Alive Records, 2019)

Diciamoci la verità: è impossibile non amare questi due cialtroni, che da più di un decennio continuano a scorticare il blues con un’attitudine garagista che non fa sconti. Sono dei cazzari sinceri e schietti, inutile girarci intorno, che fanno di una vibrante genuinità il loro punto di forza. E poco importa se sono prevedibili e originali come un missionario durante il coito. La loro formula è immutabile da dieci album a questa parte (undici, con Shake And Bake), eppure, ogni volta, ci troviamo ad esclamare: Mamma mia! Che disco!
Originari dell’Indiana, Joe Evans IV (chitarra e voce) e Peter Dio (batteria) si inseriscono in quel filone che vanta nomi di spessore, quali White Stripes e Black Keys. Eppure con queste due band, i Left Lane Cruiser condividono solo la scarna line up e l’amore per il blues. Perché queste dieci tracce, potenti, urticanti e selvagge, rifuggono ogni logica commerciale e schizzano in sorpasso, sulla corsia di sinistra, incuranti dei limiti di velocità imposti dal codice della strada.
Insensibili a ogni forma di melodia (che non sia quella sghemba, alticcia e impolverata di Breaking You Down), Evans e Dio continuano con tenacia a pagare il loro debito di riconoscenza verso autentiche leggende come Junior Kimbrough e R.L. Burnside, e lo fanno con la consueta visione, che se da un lato guarda con filologico amore all’essenza del blues,  dall’altro utilizza gli strumenti più rumorosi e sguaiti del punk rock e un’estetica di pick up, cappellini da baseball e bottiglioni di bourbon propria del country.
Riff pesantissimi e monocordi, una batteria tritatutto e la voce di Evans, un Lemmy affetto da un serio problema di laringite, sono marchi di fabbrica immutabili nel tempo, eppure ancora clamorosamente efficaci. Così, anche se prima ancora di inserire il disco nel lettore, si sa già come andrà a finire, Shake And Bake esplode in tutta la sua sgraziata potenza, facendoci godere come ricci.
Alzate il volume dello stereo e non fatevi troppe domande: tanto fin dall’opener Two Dollar Elvis, che utilizza sciabolate slide e il grimaldello del funky per aprire le porte di casa Left Lane Cruiser, ogni risposta è data.
Quindi, godetevi la furia della title track, il riff martellante di Smoke Keep Rising, il passo cadenzato e hard di Sweet Love To Shine o i sudici echi sabatthiani di The Waltz, con la consapevolezza che se anche avete già ascoltato queste canzoni nei precedenti album, i due ragazzi dell’Indiana posseggono la potenza di tiro giusta per farvi sembrare tutto come fosse nuovo di pacca.
Mamma mia! Che disco!

VOTO: 7,5





Blackswan, giovedì 13/06/2019 

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