Sono
passati due anni dall’omonimo esordio datato 2017, e finalmente i
Southern Avenue sono riusciti a guadagnarsi l’attenzione del pubblico e
della stampa specializzata. Già, perché il primo album, per quanto
splendido, era passato, almeno alle nostre latitudini, quasi sotto
silenzio. Keep On, che segna il passaggio del combo dalla Stax
alla Concord Records, conferma tutte le cose buone e le aspettative che
avevamo sui Southern Avenue, band che si propone come una delle realtà
più interessanti in circolazione quando c’è da rileggere un suono
classico con spunti di originalità.
Quale
sia il piatto forte della casa è chiaro fin dal nome del gruppo: la
Southern Avenue attraversa Memphis (Tennesse) da est a ovest, fino a
prendere il nome di McClemore Avenue, la strada dove si trova Soulville,
ovvero il palazzo della Stax Records.
Il quintetto ha voluto chiamarsi proprio così, Southern Avenue, come a voler rimarcare orgogliosamente le proprie radici e ha tracciare
un’immaginaria retta che congiunge la grande tradizione nera della
celebre label alla proposta musicale contenuta nei loro dischi. Soul,
r’n’b, funky e gospel, declinati con un accento rock blues, sono le
frecce all’arco della band capitanata dalla vigorosa vocalist Tierinni
Jackson: un sound che pesca a piene mani dal passato Stax (etichetta
sotto la quale è uscito l’esordio) rivisitato però in chiave moderna.
Nati
come blues band fondata dal chitarrista Ori Naftaly, i Southern Avenue
hanno progressivamente mutato suono, cambiando la line up originaria,
con l’inserimento della sorella di Tierinni, Tikyra Jackson, alla
batteria, Daniel McKee al basso e Jeremy Powell alle tastiere. E’ stato
soprattutto l’influsso delle due sorelle Jackson che, come da miglior
tradizione, sono cresciute cantando nel coro di una locale chiesa, a
influenzare il nuovo corso del gruppo.
Sono
dodici canzoni in scaletta, tutte suonate e arrangiate benissimo:
sezione ritmica potente, groove micidiali, spolverate di hammond,
arrangiamenti di ottoni, la chitarra di Naftaly, musicista essenziale e
dalle solide radici rock blues, e soprattutto la voce di Tierinni
Jackson, una che sulle note alte va a nozze e tira certi acuti da far
tremare il vetro delle finestre.
Travolgenti quando spingono il piede sull’acceleratore funky (Jive, Swichup e Whiskey Love), grintosi quando imboccano la strada del rock blues (il riff hendrixiano di She Gets Me High, The Tea I Sip) classicissimi nei rimandi sixties della conclusiva We’re Gonna Make It, suono Stax millesimato.
Disco voluttuoso e trascinante, Keep On
si tiene lontano da passatismi e stereotipi, mantenendo altissima la
temperatura e rileggendo il genere con rinnovato vigore e inusitata
freschezza.
VOTO: 8
Blackswan, venerdì 09/08/2019
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