mercoledì 23 ottobre 2019

BONNIE BISHOP - THE WALK (Thirty Tigers, 2019)

Poco nota da noi, ma nome di spicco del panorama country texano, Bonnie Bishop ha avuto il suo momento di fama anche fuori dai confini nazionali per aver vinto un Grammy Award nel 2013 con la canzone Not Cause I Wanted You, portata al successo da Bonnie Raitt.
La Bishop, però, nonostante l’ambito riconoscimento, a causa di gravi problemi di depressione e di continui attacchi di panico, che le pregiudicavano la possibilità di suonare in pubblico, dopo aver pubblicato Free (full lenght risalente al 2012), aveva lasciato Nashville, era tornata in Texas e aveva mollato lo star system. Salvo, ripensarci, qualche anno dopo, convinta dal genio onnivoro del produttore Dave Cobb che, ritrovatosi per le mani alcuni demos della songwriter di Houston, non solo riuscì a farla tornare in sella, ma la convinse anche a dare una connotazione maggiormente soul alle sue canzoni.
Il risultato di quella collaborazione fu lo splendido Ain't Who I Was (2016), sesto album in carriera, definito dalla stessa Bishop una sorta di rinascita, artistica ma non solo. Cobb fece davvero un mezzo miracolo, restituendo agli ascoltatori songwriter che, nonostante le difficoltà passate, vive oggi una seconda giovinezza ed è, forse, pronta per il grande salto. In quel disco, come accennato prima, Cobb ebbe l’intuizione di spingere la Bishop verso territori decisamente più soul, delineando un suono caldo, avvolgente e dal retrogusto leggermente vintage. Un disco intenso ed emozionante che, pur ricevendo sperticati elogi da parte della critica specializzata, non ottenne il successo commerciale che meritava.
La Bishop, però non si è data per sconfitta e ha ripreso la sua strada, affidando per il nuovo The Walk la consolle a Steve Jordan, batterista che in carriera ha suonato con decine di mostri sacri e che ha alle spalle una solida carriera di produttore (Neil Young, Sheryl Crow, John Mayer). Jordan ha proseguito il lavoro di Cobb portandolo alle estreme conseguenze, dando ancora di più un taglio southern soul alle sette canzoni in scaletta e incorniciando il graffio morbido della voce della Bishop in una strumentazione sobria e senza fronzoli ma decisamente incisiva.
Solo sette brani, tre però sopra i sette minuti e nessuno inferiore ai quattro, che evocheranno in molti paragoni con Bonnie Bramlett, Susan Tedeschi e, perché no, Bobbie Gentry, ma che in definitiva appartengono esclusivamente al marchio di fabbrica della Bishop. Che ci regala autentici gioielli, come l’iniziale Love Revolution, con la voce della texana che cresce d’intensità passando da sussurro a ringhio, e il brano che si gonfia in un crescendo trainato dall’intenso assolo di chitarra di Ryan Tharp. Una canzone di impressionante potenza, che apre un disco, forse non tutto allo stesso livello (Keep On Moving e I Don’t Like To Be Alone sono abbastanza prevedibili), ma decisamente intrigante e centrato.
Le atmosfere paludose della title track, il groove funky di Every Happiness Under The Sun e gli accenti gospel delle conclusive Women At Well e Song Don’t Fall Me Now sono momenti davvero ispirati, che palesano il grande talento della Bishop sia in fase di scrittura che di interpretazione. La collaborazione con Jordan, poi, è decisamente riuscita: i due hanno creato un flusso di musica coeso e omogeneo, che riesce a mantenere alto il pathos dall’inizio alla fine del disco, senza alcun cedimento.
Non so dire se questo nuovo lavoro aprirà alla cantante texana le porte dell’auspicato successo commerciale, perché il minutaggio dei brani è troppo lungo per avere un appeal radiofonico e perché il songwriting è troppo maturo e adulto per riuscire a sfondare fra un pubblico giovane. In quanto a qualità, però, non dubito che la critica finirà per essere nuovamente concorde nel definire The Walk un gran bel disco.

VOTO: 7,5





Blackswan, mercoledì 23/10/2019

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