New Adventures in HI-FI
è l’ultimo disco dei R.E.M. in cui suona Bill Berry, che mollerà nel
1997, a causa di un aneurisma che lo ha colpito durante il tour di
promozione del precedente Monster (1994). Ed è anche l’album che ha
venduto meno nella storia della band di Athens, raggiungendo comunque il
disco di platino sul mercato europeo.
Eppure,
se si guarda la discografia dei R.E.M., New Adventures In Hi-FI ne è,
indiscutibilmente, uno dei vertici: quattordici canzoni scorbutiche,
declinate attraverso un suono solenne e al contempo frugale, prive di
ogni artificio in fase di produzione ma comunque figlie di una
consapevolezza stilistica a tutto tondo.
E-Bow The Letter
è il primo singolo tratto dal disco, ed è una scelta inusuale, vista la
durata della canzone, che supera i cinque minuti. Una scelta che non
guarda le classifiche ma punta tutto sul sentimento di dolore che
Michael Stipe ha provato per la morte dell’amico River Phoenix, lo
sfortunato attore di Stand By Me e My Own Private Idaho, deceduto tre anni prima, il 31 ottobre del 1993, per un’overdose.
Il
testo, infatti, rielabora il contenuto di una lettera, mai spedita, che
Stipe aveva scritto a Phoenix, preoccupato per gli abusi di sostanze
stupefacenti a cui era dedito l’amico. E’ anche, però, la fotografia di
un’epoca che sta finendo, il peana su una generazione di ribelli che si è
arresa e ha riposto le armi, o che è morta inutilmente sulle barricate,
pagando con la vita il prezzo di un successo effimero.
Il
magico duetto con Patti Smith e il disincanto di una melodia scabra e
arresa raccontano l’amara confessione di un fallimento personale e
generazionale (I wear my own crown of sadness and sorrow), e mettono a nudo Stipe, mai così sincero, sia come uomo che come autore.
Per la cronaca, l’E-Bow del
titolo è un archetto elettronico per chitarra che utilizza Peter Buck
nella canzone e che produce un suono simile a quello del violoncello o
del violino.
Blackswan, martedì 17/12/2019
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